Francesco Storace dopo un periodo di lungo silenzio e di blanda opposizione all’amministrazione Zingaretti, emerge dalle nebbie e dalla sua incerta collocazione politica una volta ricostituita Forza Italia e affermatisi i Fratelli della Meloni. Così acchiappa l’occasione al volo e cita l’articolo del nostro giornale sulla bomba sanitaria che potrebbe essere rappresentata dallo stabile occupato di via Cavaglieri alla Romanina. Ci fa quindi sapere di essere preoccupato per l’eventuale presenza di focolai di tubercolosi in quegli stabili e cita una sua dettagliata, quanto poco nota, interrogazione a Zingaretti sulla vicenda.
DI CHI SONO LE COMPETENZE – Purtroppo Storace non chiarisce che la competenza in materia di accertamenti sanitari è della Asl (è vero), ma lo sgombero forzato dello stabile dipende del Prefetto e la successiva accoglienza degli sgomberati del sindaco Marino. Ci risulta invece che le autorità sanitarie non stiano con le mani in mano e che il reparto di pneumologia del Policlino di Tor Vergata sia allertato ed attrezzato ad intervenire per ogni emergenza. Purtroppo nella sua verve polemica Storace dimentica che la questione dei controlli sulla diffusione possibile della Tbc venne sollevata già nel 2012 dalla Procura della Repubblica di Roma quando nel palazzo sulla Cristoforo Colombo governava Renata Polverini. Nella sostanza la Procura indicava la possibilità di ricoveri forzati per i casi sospetti o conclamati onde evitare le dimissioni volontarie dal luogo di degenza con la semplice firma degli interessati.
IL PROBLEMA DEI RICOVERI – E’ ovvio che il riferimento riguardava situazioni di clandestinità per le quali si vuole evitare di venire scoperti. Fu allora che la governatrice Polverini, in veste di garantista, replicò al procuratore aggiunto che limitare la libertà personale non è semplice, specie in caso di malattia. Per rendersi ancora più convincente, ricordò che i giudici dovrebbero capire meglio di chiunque altro quanto sia importante tale libertà e cosa significhi limitarla, quando sono «costretti» (nei casi previsti dalla legge) a emettere delle ordinanze di custodia cautelare, come scrisse il quotidiano “Il Tempo” il 4 febbraio 2014. Argomentazione in verità deboluccia quando si tratta di sanità pubblica. Se alla Asl, che deve essere messa in condizione di farli, spettano i controlli va ricordato che il Sindaco della città eventualmente interessata ha tutti i poteri straordinari e le competenze in caso di emergenza sanitaria. Infine vorremmo chiarire che se esiste una bomba sanitaria come alcuni del volontariato ritengono, non è che sia risolvibile nella polemica politica (tanto più a sfondo razzista) quanto nella concertazione dei controlli e dei successivi interventi soprattutto laddove si sono create enclave poco accessibili e isole di illegalità.
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