Anche la Regione Lazio è pronta a varare il suo jobs act, finanziando politiche attive per il lavoro con 100 milioni di euro già erogati per quest’anno. Il pacchetto delle iniziative che vanno sotto il titolo ”Più lavoro” sono in parte già operative, ma il provvedimento completo è stato presentato questa mattina dal governatore Nicola Zingaretti, dal suo vice Massimiliano Smeriglio e dagli assessori al Lavoro, Lucia Valente e alle Attività produttive, Guido Fabiani, nel corso di una conferenza stampa convocata nella fabbrica di biscotti Gentilini sulla via Tiburtina.
Presenti anche tutti i vertici delle categorie produttive e sociali, da Lorenzo Tagliavanti della Cna di Roma e del Lazio, a Mario Di Loreto, vicepresidente di Unindustria. Le misure già attuate cominciano a produrre qualche effetto sulla occupazione che nel secondo semestre del 2014 è scesa all’11,9%, sotto il dato nazionale pari al 12,3%, con 41mila nuovi occupati. I fondi sino ad ora erogati sono andati per sostenere i giovani, i disoccupati, la formazione, la categorie svantaggiate l’occupazione femminile . Circa 66 milioni sono stati destinati al progetto ”Garanzia giovani” (per chi ha massimo 29 anni), 6 milioni per l’apprendistato, 5,4 per ”Torno subito” per coloro che si formano all’estero o in altre regioni e tornano a lavorare nel Lazio, 3 per ”Staffetta generazionale” che promuove la solidarietà tra diverse classi di età a favore dei giovani. E ancora 10,5 milioni per la formazione on demand che consentito l’approvazione di 162 progetti per 1.800 lavoratori, 7 milioni per senza i lavoro formati, 2 per il ricollocamento disoccupati, 4,3 per sostegno a persone in condizioni di disagio, e infine 2,8 per favorire l’occupazione femminile. Si è calcolato che nell’anno in corso più di 32mila persone hanno avuto opportunità di lavoro o formative con la prospettiva del coinvolgimento di altre 100mila nel 2015 grazie allo stanziamento di altri 265 milioni di euro.
Il tutto con un nuovo sistema di regole che prevede la fine dei tirocini gratis, la formazione mirata e la staffetta generazionale con l’alternanza scuola-lavoro. Inevitabile l’accenno a quanto sta avvenendo sul job act di Matteo Renzi che sta accusando forti resistenze a sinistra e da parte del sindacato. Zingaretti è d’accordo che la riforma del lavoro debba essere fatta, così come quella dello Statuto dei lavoratori comprese le modifiche all’articolo 18. Ma, chiarisce il Governatore «bisogna trovare un punto di sintesi» che secondo lui è chiarissimo: «non si può più difendere il posto di lavoro in una azienda bollita, finanziata o assistita.» anche se «non si può scappare, lasciando le persone, imprenditori, lavoratori o disoccupati soli. Bisogna difendere la persona che è dietro al posto di lavoro.» Quindi occorre costruire «nuove politiche vicine alla persona e fare sentire che anche le modifiche all’articolo 18 non significano abbandonare le persone.»
A questo risultato si può arrivare con una posizione unitaria «senza ”impicci”». Per questo, ha aggiunto, «sono orgoglioso che il Lazio su questo possa diventare un esempio italiano» dimostrando che «con le nuove politiche per il lavoro crediamo nella flessibilità, ma anche nella necessità di investire sull’altra parte, quella della sicurezza. La flexsecurity senza security è solo ”flex”» Posizione condivisa dai sindacati ma anche da Micaela Campana, deputata del Pd che nel suo intervento in conferenza stampa ha riconosciuto alla Giunta regionale il merito di aver adottato una serie di misure in grado di far ripartire il tessuto produttivo del Lazio.
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