Regione Lazio, chiamati per anticipare le analisi: il 70% rifiuta

Operazione "abbattere le liste di attesa": solo 3 persone su 10 che aspettano una visita o un esame diagnostico accettano di anticipare l'appuntamento

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L’aveva già anticipato il governatore Nicola Zingaretti la settimana scorsa durante la presentazione del nuovo progetto di sanità per Roma e l’aveva detto per sottolineare che gli sprechi non sono solo della amministrazione ma anche dei cittadini.

IL GRANDE RIFIUTO – Succede infatti che il 70% degli interessati che ne ha fatto richiesta, rifiuti di anticipare gli esami diagnostici anche se sollecitatato. I numeri parlano chiaro, tre persone su dieci che aspettano una visita o un esame diagnostico accettano di anticipare l’appuntamento. Da notare che la Regione sta investendo contro le liste di attesa 7 milioni per 11.000 prestazioni aggiuntive.

L’ATTESA – Nonostante il mugugno diffuso e giustificato per la lunghezza estenuante delle attese, c’è chi preferisce attendere anche sei mesi per un consulto,  una tac, un’ecografia,  una risonanza che a questo punto non risultano per nulla urgenti, ma sono a basso costo di ticket.

I NUMERI – Sino all’inizio di questo mese ci aveva provato il Recup con l’operazione “abbatti-liste” a chiamare telefonicamente 12.107 richiedenti per offrire a loro l’anticipo diagnostico.

Di questi 6.512 non hanno nemmeno risposto pur essendo stati chiamati ripetutamente in giorni e ore diverse. Solo in 5.595 hanno alzato la cornetta. Di questi, il 67,18% ha rifiutato la prestazione anticipata forse per diffidenza o per la lontananza dal centro clinico proposto. Magari anche per paura di anticipare un inesorabile verdetto. Chissà.

URGENZA – Certo è che con il nuovo piano i medici di famiglia e gli ambulatori di quartiere potranno aiutare a fare ordine nel caos delle prenotazioni gradualizzando l’urgenza e segnalando nella ricetta la classe di priorità e il quesito diagnostico per attribuire ad ogni prestazione il tempo giusto di esecuzione.

«I medici di famiglia» spiega al Messaggero Alessio Damato della cabina di regia per la sanità «d’accordo con la Regione, sono impegnati a indicare, dal primo dicembre 2014, la classe di priorità e il quesito diagnostico cui dovrà rispondere lo specialista, mentre i dg di ospedali e Asl dovranno centrare gli obiettivi indicati per contrastare l’emergenza-attese».

 

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