Se Ignazio Marino in questo momento non se la passa bene non è che il segretario regionale del Pd Fabio Melilli (fatte le debite proporzioni) se la cavi meglio. I suoi guai sono cominciati quando ha pasticciato sulla lista per le cosiddette elezioni per i componenti dell’assemblea della Città Metropolitana e sono proseguiti ieri quando si sono riuniti alla Pisana i consiglieri regionali del Gruppo PD. Premessa: la Presidente dell’assemblea dei Democratici del Lazio, la renziana di ferro Lorenza Bonaccorsi era stata incaricata incaricata dal Vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini di svolgere una sorta di screening sul particolare momento che il partito attraversa a Roma e nel Lazio.
INCONTRO PLENARIO – A parte il Presidente Leodori, impegnato a preparare la seduta d’aula sulla sanità alla presenza del Presidente Nicola Zingaretti, c’erano proprio tutti. Forse anche perché era la prima volta che il gruppo aveva la possibilità di confrontarsi con un dirigente regionale, considerando l’assenza assoluta della segreteria Melilli nel sostenere l’azione della Giunta Zingaretti in questi ultimi 8 mesi. Ovviamente, date le premesse, la riunione non poteva filare liscia ed i presunti errori di Melilli sono saltati fuori tutti. Non ultima la sua incapacità di fare una sintesi delle diverse posizioni nel suo partito sin dalla elezione del presidente dell’assemblea che era finita sui giornali con l’intervento dell’ambulanza mentre alcuni compagni e amici si spintonavano di brutto. Poi, oltre al pasticcio della Città Metropolitana con le liste cambiate di soppiatto dopo un voto della direzione, al successivo, imperioso, azzeramento della segreteria senza dire niente a nessuno, cui seguiva la latitanza di Melilli che dura da 50 giorni nella speranza, poi delusa, di fare il sottosegretario al Ministero dell’Economia.
I CONSIGLIERI REGIONALI – Il consigliere Agostini è stato sicuramente il più duro nel suo “je accuse”, ma non è, a quanto si apprende, che Buschini, Ciarla e Lena passando per Patanè arrivando a Valeriani e Zambelli siano stati da meno. Gli altri, quali Forte, Panunzi, Bellini e Lupi, hanno espresso dubbi che pesano come macigni. In conclusione quasi tutti i consiglieri regionali Pd hanno sfiduciato Melilli, anzi alcuni auspicano palesemente le sue dimissioni prima dell’assemblea regionale convocata per il 27 novembre. Con un gesto che non solo gli farebbe onore ma non gli precluderebbe la possibilità di ricandidarsi alle camere in caso di elezioni politiche più o meno anticipate.
[form_mailup5q lista=”regione lazio”]