La Regione Lazio esclude dal suo orizzonte appalti e gare nel quali sono presenti le cooperative finite nell’inchiesta Mafia Capitale. La questione vede già lo scorso 4 dicembre l’avvio della verifica della Regione, seguita dalle polemiche per una gara da 60 milioni sul Centro unico di prenotazione delle visite mediche, il Cup. La gara, che non era ancora stata aggiudicata, è stata revocata dalla stessa Regione che la bandirà nuovamente.
VERIFICHE INTERNE – Lo scorso 9 dicembre il presidente Zingaretti aveva reso noto che “dal maggio 2013” erano state bandite “18 gare per un importo complessivo di circa 3 miliardi di euro e che nessuna di esse è stata aggiudicata ad una delle società attualmente sottoposte a indagini nell’operazione denominata Mondo di Mezzo”. Oggi, con una nuova nota la Regione Lazio ha voluto fare il punto della situazione ricordando che “la verifica operata sulle stazioni appaltanti regionali, richiesta lo scorso 4 dicembre dal Presidente Zingaretti, ha evidenziato che, da quando si è insediata questa amministrazione (marzo 2013) non sono state bandite gare poi vinte dalle società coinvolte nell’inchiesta “Mondo di Mezzo”.
STAZIONI APPALTANTI – La direttrice della Centrale Unica degli Acquisti ha quindi scritto a tutte le stazioni appaltanti dipendenti dalla Regione Lazio di dare corso regolarmente alle attività in essere così da evitare i rischi connessi al blocco delle aggiudicazioni o eventuali proroghe dei contratti in corso. Per quanto riguarda la gara in essere del Multiservizi tecnologico, ancora in fase di valutazione e non assegnata, vista l’importanza del bando e l’entità economica dell’appalto, la Regione Lazio chiederà la vigilanza collaborativa all’Anac, Autorità Nazionale Anti Corruzione, presieduta da Raffaele Cantone”.
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