Rifiuti speciali, il Lazio rischia di diventare una discarica abusiva

Il decreto sulla competitività appena approvato prevede nuove regole, così come la normativa europea in arrivo dal primo giugno. Chi si adeguerà?

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Nel decreto legge sulla Competitività uscito pochi giorni or sono è stata introdotta una norma che potrebbe creare grossi problemi alle aziende del Lazio soprattutto se piccole o medie. Infatti la nuova norma prevede che se per i rifiuti prodotti dalle aziende non si può dimostrare che sono innocui grazie ad analisi accurate e certificate, questi diventano automaticamente pericolosi e devono quindi venir trattati a caro prezzo dai pochi impianti disponibili e specializzati nel nostro Paese. Solo che i rifiuti del Lazio attualmente in queste condizioni rappresentano decine di migliaia di tonnellate pari almeno al 50% dei rifiuti prodotti dalle aziende della nostra regione.

IL DESTINO DEI RIFIUTI SPECIALI – Ma che rifiuti sono questi, tali da dover richiedere denominazione e quindi interventi speciali? La casistica è infinita perché si va dal legno verniciato di vecchi mobili, al barattolo usato di pittura, dagli scavi di terra per tubature, ai calcinacci delle costruzioni sino, come cita il “Sole 24ore”, ai residui del pop corn raccolti nei cinema. Succede allora che gli impianti di smaltimento pubblici senza certificati adeguati rifiutano questo tipo di monnezza che peraltro potrebbe venir dirottata con costi elevatissimi all’estero dove tali impianti proliferano e ingrassano. Ma l’impronta kafkiana di questa legge ben oltre i limiti del ridicolo, è che sparirà il primo di giugno quando entrerà in vigore la nuova normativa europea cui l’Italia dovrà adeguarsi.

TRE MESI DI CAOS RIFIUTI – Quindi le aziende che dal 18 febbraio sono state chiamate a rivedere la classificazione dei loro rifiuti secondo modalità più gravose rispetto a quelle precedenti, fra poco dovranno rivedere il tutto con l’aggravante che nel frattempo sono diventati pericolosi tutta una serie di rifiuti che prima non lo erano. E’ evidente che nell’attesa, soprattutto fra le microimprese, si diffonderà l’illegalità e lo scarico abusivo. Si pensi solo ai rifiuti di ‘risulta’ dei lavori edili di cui Roma è un esempio con le sue decine di discariche abusive a cielo aperto diffuse sui territori periferici. Certo la normativa Europea non risolverà questo problema che riguarda soprattutto la ‘microedilizia’ , ma di sicuro la normativa attuale valida per poche settimane, lo aggrava.

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