Sanità privata, indagato Giampaolo Angelucci

L'ipotesi di reato è concorso in rivelazione di segreto d'ufficio e collusione tesa a frodare la finanza. Accusato anche il consulente fiscale

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E’ Giampaolo Angelucci, 60enne presidente di Tosinvest e figlio dell’ex deputato Pdl Antonio, la persona indagata dalla Procura di Roma con l’ipotesi di reato di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio e collusione tesa a frodare la finanza.
Il suo nome emerge a seguito di una serie di indagini condotte dalla Guardia di finanza del comando provinciale di Roma. Si conclude così una prima fase di attività di polizia giudiziaria, avviata su delega della Procura della Repubblica della Capitale, che ha consentito di scoprire fenomeni collusivi rispetto ad una serie di verifiche fiscali effettuate, tra l’altro, nei confronti di società appartenenti al noto gruppo della sanità privata riconducibile alla famiglia Angelucci.

Le indagini svolte dal nucleo di Polizia Tributaria vedono il diretto coinvolgimento di Giampaolo Angelucci a cui è stato notificato un avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio e collusione tesa a frodare la finanza. Delle stesse ipotesi di reato risponde il consulente fiscale del gruppo, R. A., di 74 anni, arrestato e posto ai domiciliari, in quanto ritenuto l’anello di congiunzione tra il beneficiario finale ed i verificatori, per il tramite di altri intermediari. Più in particolare, a seguito dell’apertura di verifiche fiscali nei confronti della San Raffaele spa e della Roma Global Service srl, società rientranti nell’alveo del nominato “gruppo Angelucci”, emergevano chiari indizi circa l’esistenza di un perverso meccanismo di trasmissione di comunicazioni riservate, finalizzato a garantire alle società verificate la contestazione dei soli rilievi fiscali già oggetto di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Nel medesimo ambito, emergeva, altresì, come analogo meccanismo fraudolento fosse stato posto in essere anche rispetto ad un’altra attività di polizia tributaria, svolta nei confronti di una catena di supermercati operanti nella Capitale, rientranti nel gruppo societario facente capo all’imprenditore capitolino A.M., di 70 anni, anch’egli finito ai domiciliari. Gli arresti, due ai domiciliari ed uno in carcere, sono scattati anche per tre finanzieri, due dei quali da tempo in pensione, responsabili della diffusione delle informazioni riservate.

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