Regione Lazio, si dimette il capo di gabinetto di Nicola Zingaretti

La decisione di Maurizio Venafro assunta dopo le dichiarazioni spontanee rese sull'appalto Cup

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Si è dimesso Murizio Venafro, il capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. La decisione sarebbe maturata nei giorni scorsi dopo un colloquio spontaneo che lo stesso avrebbe avuto con i pubblici ministeri che lo hanno iscritto nel registro degli indagati probabilmente in merito alla gara d’appalto per i Cup che dopo la vicenda di ‘Mondo di mezzo’ vedeva coinvolte le cooperative di Salvatore Buzzi. Gara che la Regione aveva immediatamente sospeso a seguito di una serie di indiscrezioni stampa scaturite dai verbali di intercettazione delle indagini. Nella sua lettera rivolta al Presidente, il capo di gabinetto dimissionario afferma di non voler essere sottoposto al consueto “stillicidio politico-mediatico” quando emergesse la sua iscrizione nel registro degli indagati che la discrezione della Procura ha sino ad oggi evitato venisse resa pubblica.

TUTELARE IL PRESIDENTE – Con questa decisione ‘politica’ Venafro intende tutelare la figura del presidente Zingaretti che non è indagato e che comunque perde un collaboratore di provata esperienza e assoluta fiducia. Nel corso della spontanea dichiarazione resa ai magistrati inquirenti Venafro avrebbe chiarito la sua posizione in merito a tutta la vicenda, ma evidentemente la sua decisione è mirata a proteggere il Presidente dalle inevitabili polemiche e strumentalizzazioni politiche. Venafro era stato nominato capo di gabinetto alla Provincia di Roma nel 2008 quando Zingaretti ne fu eletto alla presidenza, stabilendo con lui rapporti di amicizia oltre che di collaborazione. Lo aveva poi seguito nella campagna elettorale per le regionali. Ma che non sia stata una decisione facile o obbligata emerge chiaramente nella lettera indirizzata al presidente quando Venafro afferma: “Non ritengo corretto difendermi a ‘mezzo stampa’, ma solo nel procedimento e nel rispetto delle regole processuali e per questo non intendo, finchè la mia posizione non sarà chiarita e chiusa con l’inevitabile archiviazione conseguente alla mia estraneità ad ogni ipotesi d’accusa, parlare pubblicamente dell’indagine, dei fatti e delle ragioni che depongono per l’assoluta correttezza e trasparenza del mio operato.”

CONCENTRARSI SULLE INDAGINI – E aggiunge ” il solo pensiero che il rapporto amicale e di collaborazione che per tanti anni mi ha visto accanto a te, possa essere strumentalizzato a tuo discapito, mi preoccupa, se possibile, ancor più del mio personale immotivato coinvolgimento e mi determina quindi ad interrompere il legame che sino ad oggi ci ha uniti per consentire di concentrarmi e difendermi solo ed esclusivamente dai fatti di indagine.” Si apre ora il problema della successione per una delle caselle più delicate del governo regionale coinvolto in una vicenda sulla quale, al di là delle probabili illazioni, la parola spetta alle decisioni dei magistrati.

Appena uscita la notizia delle dimissioni il presidente Zingaretti ha commentato con una nota ufficiale: “Caro Maurizio, in questi anni ti ho voluto accanto a me perché conosco le tue  capacità, la tua onestà e trasparenza. Con le tue parole e scelte, ti fai carico di un atto di grande responsabilità, non dovuto, di cui ti ringrazio; questo conferma ancora una volta la tua profonda sensibilità e il tuo rispetto nei confronti delle istituzioni che hai sempre servito con rigore, dedizione e intelligenza. A testimoniarlo non ci sono solo io ma le migliaia di persone che in questi anni hanno avuto modo di conoscerti e apprezzare la tua professionalità e serietà”.

“Il coinvolgimento – prosegue Zingaretti – in un’indagine non può essere considerato in alcun modo come una condanna e non prevede alcun automatismo per chi ha cariche pubbliche e non ho dubbio alcuno che il proseguo delle indagini dimostrerà la tua totale estraneità ad ogni addebito e la correttezza delle tue azioni. Questo dà ancora più dignità al tuo atto. Del resto, sei stato in questi anni tra i principali e assoluti protagonisti di una stagione di rinnovamento amministrativo per riaffermare la legalità e la centralità del bene comune contro il prevalere di interessi di parte e gruppi di potere e di questo, anche in questo momento di grande dolore per me, torno a ringraziarti”.

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