Regione Lazio, Elisabetta Longo scrive a Zingaretti: non sono indagata

Lettera della dirigente della centrale unica degli appalti regionali al governatore e al segretario generale

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La dirigente regionale Elisabetta Longo non è indagata per falso e turbativa d’asta, come invece riportato questa mattina da alcune importanti testate romane. A smentire la notizia è la stessa funzionaria della centrale unica degli appalti, finita al centro dell’attenzione per via della gara per il centro unico di prenotazione.

LETTERA AL PRESIDENTE – La Longo ha scritto direttamente ai vertici della Regione, il presidente Nicola Zingaretti e il segretario generale Andrea Tardiola e con queste parole ha chiarito la sua posizione: “Gentile Presidente, gentile Segretario Generale, sento la necessità, sia a mia tutela personale, sia dell’amministrazione che rappresento di fornirVi immediate precisazioni a fronte delle diffamatorie notizie apparse stamattina su alcuni organi di stampa. È falso che io sarei indagata, nell’ambito della indagine “Mafia Capitale”, per i reati di “falso e turbativa d’asta”, nella mia qualità di presidente della commissione di gara Cup e/o come direttore della centrale unica acquisti regionale. È inoltre falso che io abbia, direttamente o indirettamente, ricevuto pressioni di qualsiasi genere dal Dr. Maurizio Venafro in merito alla commissione di gara ed è, infine, altrettanto falso che io abbia favorito finalità illecite di chicchessia nell’ambito della predetta gara. È vero (solo) che sono stata sentita dai PM che conducono le indagini ed è a tutti evidente che nulla posso (al momento) riferire in merito ai fatti dindagine, riservandomi, al termine del segreto investigativo, ogni più diffusa ed ampia precisazione. É certo che procederò, sia in sede civile che penale, nei confronti di chiunque dovesse diffamare tali false notizie”.

PRESSIONI SULLA REGIONE – Sempre più forti dunque le pressioni anche sulla Regione Lazio dopo le dimissioni, nei giorni scorsi, del capo di gabinetto della Regione Lazio Maurizio Venafro. La Regione aveva revocato a inizio dicembre la nuova gara Cup che verrà ribandita, ma nei giorni successivi con ulteriori verifiche faceva sapere che “dal maggio 2013″ erano state bandite “18 gare per un importo complessivo di circa 3 miliardi di euro e che nessuna di esse è stata aggiudicata ad una delle società attualmente sottoposte a indagini nell’operazione denominata Mondo di Mezzo”.

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