Chi è senza ricorso, scagli la prima pietra! Si potrebbe parafrasare così l’incredibile situazione che si è creata alla Pisana sui vitalizi degli ex consiglieri che solo nel 2013 sono costati ai cittadini di Roma e Lazio ben 20 milioni di euro. Gli ex consiglieri si tengono ben stretti quelli che considerano “diritti acquisiti” sapendo (o no) che con il vitalizio potranno ricevere fino a 18 volte i soldi versati (dalla Regione) sotto forma di contributi.
Per questo fioriscono liti e ricorsi al Tar: l’ultimo tentativo di “ribellione” alle leggi regionali stato il ricorso con cui si chiedeva la sospensione della legge approvata nel novembre scorso per una mini sforbiciata ai vitalizi che comportava un risparmio sul bilancio della Pisana per tre milioni di euro. Venerdì mattina il giudice amministrativo ha detto “no”, ritenendo “inammissibile l’istanza cautelare proposta in relazione al ricorso” presentato dagli ex consiglieri regionali perchè “sussistono fondati dubbi in ordine alla giurisdizione del giudice amministrativo a decidere sulla controversia azionata” ricordando come i ricorrenti abbiano presentato come precedente una fattispecie del tutto diversa da quella oggetto del ricorso.
La consigliera regionale Teresa Petrangolini ha espresso soddisfazione ma non si è mostrata stupita: “Non si capiva, infatti, in virtù di quale competenza il Tar, che giudica sugli atti dell’amministrazione, avrebbe dovuto giudicare in materia di vitalizi. – ha risposto dopo la pronuncia del Tar – Né si capiva per quale motivo lo stesso Consiglio regionale che per 40 volte in 20 anni ha legiferato sulla materia allargando in modo indiscriminato un privilegio non potesse tornare indietro e modificare quelle leggi riportando la dimensione del vitalizio a quote più normali e compatibili con le esigenze di bilancio della Regione”.
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