Diciamocelo, quando Zingaretti si insediò, due anni fa, la sanità del Lazio non godeva esattamente di buona salute. Dieci miliardi di debiti, servizi e posti letto tagliati, nessuna alternativa a ospedali e Pronto soccorso e un margine di manovra assai ridotto per via del commissariamento della Regione. Non sorprende, dunque, che i problemi restino tanti. Eppure, diverse buone notizie indicano che la strada intrapresa è, probabilmente, quella giusta. Dopo la riduzione del debito a 2,5 miliardi, la creazione di Case della Salute e l’apertura di nuovi poliambulatori attivi anche nei week end e in giorni festivi, arriva adesso l’annuncio che gli ospedali di Bracciano, Monterotondo e Subiaco non solo non chiudono, ma entrano in una nuova fase di rilancio.
SI VOLTA PAGINA – Medici, operatori e cittadini possono finalmente tirare un definitivo sospiro di sollievo dopo cinque anni di limbo. Archiviato il contestato decreto 80 del 2010 con cui l’allora presidente Renata Polverini ne aveva stabilito la chiusura, i tre nosocomi, ha spiegato Marco Vincenzi, presidente del gruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio, voltano finalmente pagina. “Gli impegni presi dall’amministrazione Zingaretti per salvaguardare il ruolo e le funzioni dei tre presidi, centrali nell’erogazione di servizi sanitari per l’area nord-est della provincia di Roma, sono stati fondamentali per evitare il rischio chiusura” ha precisato Vincenzi, aggiungendo che “L’investimento di 3 milioni di euro per l’ospedale di Monterotondo, di cui 2,1 milioni di euro dalla Regione e 900mila euro dalla Asl Rm G, per potenziare il Pronto soccorso e realizzare il servizio psichiatrico di diagnosi e cura, è solo una delle ultime buone notizie”. Nell’ospedale eretino sono stati mantenuti operativi i reparti di chirurgia, ortopedia e ginecologia, con la previsione di apertura delle sale operatorie anche il sabato. “Risultato positivo – ha proseguito Vincenzi – anche per l’ospedale di Subiaco che ha preservato la direzione sanitaria, le unità organizzative e gli incarichi professionali di medicina, chirurgia, anestesia, lungodegenza, medicina d’urgenza ed accettazione, osservazione breve, laboratorio analisi, diagnostica per immagini, cardiologia, ortopedia e oculistica con Monterotondo e day surgery multispecialistico con Tivoli. Per l’ospedale di Bracciano, infine, la nuova configurazione prevista dall’ultimo decreto, recepisce completamente le proposte dei Comuni, tanto che proprio per questo, è notizia di oggi, hanno rinunciato al ricorso al Tar. L’ospedale Padre Pio, rimane sede di pronto soccorso h24 con 57 posti letto ordinari, dei quali 25 di area chirurgica indistinta, 20 di Medicina generale, 2 di Terapia intensiva post-chirurgica e 4 posti letto ‘tecnici’ di osservazione breve intensiva oltre a 10 posti letto di Day Surgery”.
LA VOLTA BUONA – In campagna elettorale il presidente Zingaretti aveva preso l’impegno di preservare la funzionalità dei tre ospedali in un quadrante fondamentale per la provincia di Roma. E “i risultati – conclude Vincenzi – confermano che ha mantenuto la promessa”. Che sia davvero #lavoltabuona?
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