Nel Lazio la produzione di latte vaccino segna ancora numeri di rilievo, ma le recenti decisioni dell’Europa sull’utilizzo del latte in polvere nei formaggi fanno paura agli allevatori che vivono da tempo un periodo di crisi. Con 1.413 aziende e 54.048 vacche il Lazio realizza ancora una produzione notevole, pari di 342.500 tonnellate l’anno. Contro il recente ok della Ue all’utilizzo del latte in polvere per la produzione casearia sono scesi in piazza gli agricoltori della Coldiretti, sostenuti dalla Regione Lazio rappresentata dal presidente Nicola Zingaretti in persona.
“Questo provvedimento è sbagliato – ha detto il governatore in piazza Montecitorio – va fermato in tutti i modi e mi permetto di dirlo va fermato perchè vogliamo salvare un’Europa che rimetta al centro la qualità dello sviluppo e non queste furbizie che davvero non devono avere cittadinanza. Il Lazio c’è, sostiene questa manifestazione e farà di tutto a livello nazionale ed europeo perchè si torni indietro rispetto a questa decisione”. “Oltre che produrre un danno economico a chi merita, cioè a chi punta con la sua produzione sulla qualità, sulla trasparenza, sulla salute, paradossalmente avvantaggia altri comparti produttivi che non fanno della qualità e del gusto la punta di diamante del proprio business”.
L’assessore all’agricoltura Sonia Ricci ha ribadito l’importanza di difendere le imprese del Lazio e la loro produzione di qualità, risorse del territorio: “Permettere l’utilizzo di latte in polvere o concentrato nei prodotti caseari – ha spiegato Ricci – comprometterebbe gravemente non solo la qualità del made in Italy ma anche la posizione reddituale e contrattuale dei nostri produttori, già fortemente provata dalle attuali contingenze economiche”. “Concordo con la netta posizione del ministro Maurizio Martina sulla necessità assoluta di difendere la qualità del sistema lattiero caseario, per tutelare i consumatori italiani e i nostri prodotti. Il nostro paese con la legge 138 del 1974 vieta ai caseifici situati sul territorio nazionale l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare.
La Commissione europea, intervenendo con l’avvio della procedura di infrazione, reputa la legge italiana a tutela della qualità una restrizione alla libera circolazione delle merci, nello specifico del latte in polvere e del latte concentrato, utilizzati in tutta Europa. E’ nostro compito come istituzioni difendere il made in Italy, in particolare il nostro latte e i nostri formaggi, prodotti di eccellenza riconosciuti e riconoscibili a livello internazionale. La Regione Lazio ha messo in campo tutti gli strumenti possibili per dare nuovo slancio al settore zootecnico, ritenendolo strategico per l’economia regionale. Non ultimo – ha concluso l’assessore Ricci – cessato il regime delle quote latte nell’aprile 2015, abbiamo aderito al “Piano straordinario per il latte italiano”, promosso dal Mipaaf”.
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