L’evoluzione tecnologica sta diffondendo sempre più una connessione fra automobili, internet e app, cambiamenti radicali che si sono inseriti nella vita delle persone, sia in ambito professionale che privato. L’innovazione tecnologica applicata ai trasporti è in grado oggi di lenire molti dei problemi e delle inefficienze che riguardano il sistema dei trasporti. Alcuni risultati sono stati già raggiunti, anche se gli utenti non sono ancora tutti consapevoli di molte delle applicazioni già in uso. L’idea che le innovazioni tecnologiche aumentino la sicurezza dell’automobile è ormai un fatto culturalmente assimilato da un italiano su cinque cioè dal 21% della popolazione nazionale, questa convinzione aumenta dopo i 45 anni di età. Gli italiani sono prudenti e apprezzano anche le innovazioni tecnologiche su strada come i limitatori di velocità: in Italia dall’inizio dell’anno sono state elevate oltre 335 mila contravvenzioni per infrazioni dei limiti di velocità (il 40% delle contravvenzioni totali; fonte: Polizia di Stato), ben più della metà degli intervistati (57%) li ritiene utili e il dato vale per uomini e donne di tutte le età. La convinzione è che l’innovazione tecnologica e il rinnovamento anche nel campo stradale possano dare un forte contributo ad un buon governo della Sicurezza Stradale e alla limitazione dei rischi. L’innovazione tecnologica, tuttavia deve essere sempre indirizzata alla persona e non sostitutiva della stessa affinché non diventi essa stessa una prigione.
Guardando al passato, sul tema delle costruzioni stradali sappiamo che l’impero romano pose ogni cura nella costruzione e sviluppo di un immenso complesso di strade che rappresentano un opera di straordinaria ingegneria: circa 100.000 km di lastricato che hanno contribuito allo sviluppo della civiltà romana in tutto il mondo allora conosciuto. L’imperatore Giulio Cesare cercò di risolvere la situazione di emergenza in cui versava il proletariato con un imponente programma di lavori pubblici: consolidò gli argini del Tevere, tentò la bonifica delle paludi pontine, avviò la sistemazione del foro, realizzando in particolare la grandiosa basilica Giulia, costruita attorno all’anno 54 a.C., insieme al nuovo Foro detto “di Cesare” ed al restauro della basilica Emilia che, inaugurata incompleta nel 46 a.C., fu terminata da Augusto dopo la morte di Cesare. Considerazioni sia di natura topografica che archeologica fanno propendere per ritenere che sempre in questo periodo tra l’età cesariana e la media età augustea si sia sviluppata la definitiva sistemazione delle viae publicae, tra queste la strada da Laus Pompeia a Cremona utilizza, nel tratto da Acquanegra all’Adda fino a Milano, il tratto urbano della strada diretta verso Laus Pompeia-Placentia, che costituisce il raccordo con la Via Aemilia, la strada da Mediolanum a Cremona, le strade romane in Transpadana, etc.
Oggi risulta difficile pensare che il Governo della Res Publica Romana avesse già attuato, in modo istintivo, senza conoscere le basi dell’economia moderna, l’insieme di misure che possono definire ancora oggi il buon governo. Quando si profila un periodo di crisi economica allora si avvia un piano straordinario di opere pubbliche per rilanciare l’economia, sfruttando il volano del tesoro o del debito pubblico. A duemila anni dalla scomparsa di Augusto ci troviamo nel pieno di una fase di crisi economica ed il dibattito pubblico europeo, verte proprio sul confronto tra il partito del rigore ed il partito di coloro che vedono invece la spesa pubblica come elemento cardine per il rilancio dell’economia.
La spesa pubblica nel prossimo futuro non potrà fare a meno di investire in nuove tecnologie, soprattutto, quindi, su tecnologie utili per ridurre l’incidentalità Stradale, un fenomeno di rilevanza mondiale che nella sola Italia provoca annualmente una vera e propria strage in termini di numero di morti pari a 3330 e di feriti pari a 257 mila e che incide sul PIL nazionale per circa 2 punti.
In tal senso gli investimenti potranno orientarsi su più direzioni, la strada, la persona ed il mezzo. Dall’analisi delle statistiche dell’incidentalità stradale nei paesi industrializzati, è possibile dedurre che la maggior parte degli incidenti sono imputabili ad un utilizzo improprio delle infrastrutture, quindi ai comportamenti di guida per il cui monitoraggio ed efficientamento l’innovazione tecnologica sui veicoli può risultare particolarmente utile. Un’opinione diffusa è che l’innovazione tecnologica più utile in tal senso sia quella dei sistemi di controllo della frenata e della tenuta di strada. Il legame tra tecnologia e sicurezza emerge molto forte dall’osservatorio 2015 UnipolSai, ma una quota rilevante di italiani, specialmente tra i più giovani, ritiene che la troppa tecnologia distragga dalla guida. Recenti ricerche riferiscono che le applicazioni tecnologiche per l’auto per molti sono un’ipotesi lontana: oltre un intervistato su cinque infatti non crede che questa rivoluzione dei trasporti arriverà in tempi brevi e, con occhio forse più romantico, il 12% teme che guidare non potrà più essere il piacere che è oggi. UnipolSai ha di recente investito su 2,5 milioni di scatole nere montate sulle auto dei propri assicurati in circolazione in Italia, contribuendo alla costruzione di una sorta di laboratorio di sperimentazione unico in Europa che nei prossimi mesi potrà dare riscontri sia nel campo delle indagini statistiche sia nel campo della chiarezza delle dinamiche dell’incidentalità.
Attraverso il CEREMSS Centro Regionale di Monitoraggio della Sicurezza Stradale, per il Lazio sarà costituta una sorta di Centro di documentazione a tutto campo in materia di Sicurezza Stradale, con un’apposita sezione espressamente dedicata ai comportamenti di guida a rischio che, a partire da una loro ricognizione generale relativamente alle varie sezioni territoriali dei comuni di competenza, consentirà la loro raccolta, consultazione ed analisi. L’analisi partirà dalla velocità dei veicoli su strada all’uso del cellulare e delle tecnologie messe a disposizione dai veicoli stessi, dall’uso delle cinture di sicurezza, dei seggiolini di protezione e del casco fino alla guida in stato di ebrezza. Inoltre indagherà la relazione tra i comportamenti di guida e le tipologie di veicoli utilizzate, ovvero le loro caratteristiche tecnologiche, le strumentazioni di preavviso e controllo della velocità su strada. In questo modo il Lazio intende mettere a disposizione di tutti gli enti territoriali, dei tecnici che operano nel settore, delle associazioni ed utenti della strada, un ulteriore supporto conoscitivo e di sensibilizzazione volto a contribuire al miglioramento delle azioni di ciascuno orientate alla Sicurezza Stradale.
Si ritiene particolarmente necessario investire sulle nuove tecnologie proprio per anticipare gli sviluppi a lungo termine, sviluppando una “vision” che vada incontro alle possibili esigenze e opportunità, ipotizzando vari scenari di un futuro sostenibile per il settore dei trasporti.
Redazionale a Pagamento