“Non posso più accettare di essere vittima della macchina del fango messa in moto da Buzzi. Non posso più accettare menzogne e bugie che tentano di delegittimarmi pubblicamente”. Scrive sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che replica alle parole di Salvatore Buzzi contenute nei verbali degli interrogatori rilasciati a giugno nel carcere in provincia di Nuoro, in Sardegna. Zingaretti parla esplicitamente di “fango” e sul suo profilo scrive: “Ne va del mio nome e soprattutto dell’enorme lavoro di pulizia, trasparenza e buon governo che in meno di tre anni siamo riusciti a realizzare alla Regione Lazio. E che forse dà fastidio a molti». Zingaretti rompe il tradizionale riserbo e spiega: “Siamo alla delazione per sentito dire” ricordando come, a proposito degli episodi tirati in ballo negli interrogatori “il signor Buzzi – scrive Zingaretti su Facebbok – termina il racconto sulle sue tante teorie su di me davanti ai magistrati. Precisiamo: fatti in cui lui non è coinvolto direttamente ma che gli vengono raccontati da terze persone. Insomma lui stesso ammette che si potrebbe trattare di cialtronerie, di chiacchiericcio, di falsità”
Il presidente della Regione Lazio ribadisce nel suo post “la falsità delle dichiarazioni di un uomo con le spalle al muro che ha messo in atto una strategia difensiva e personale per scagionarsi dalle accuse di mafia dichiarandosi vittima di un sistema, ma anche per chiarire tutti quegli aspetti che dalle dichiarazioni di Buzzi appaiono confusi e imprecisi. Ma andiamo per ordine. Il signor Buzzi riferisce di aver sentito di “operazioni poco trasparenti” per l’acquisto del Palazzo della Provincia che riguarderebbero me ed altre persone. Da quanto emerge dai verbali Buzzi avrebbe parlato anche di una “gara bandita dalla Provincia per l’acquisto della nuova sede” e di “un pre-contratto di acquisto”. Buzzi dice il falso. La Provincia di Roma non comprò nessun palazzo prima che venisse costruito. Compito della mia amministrazione, insediatasi nel maggio 2008, fu quella di portare a termine una operazione avviata nel 2005 dalla precedente amministrazione. Confermo di non aver mai ricevuto nessun tipo di beneficio personale, materiale, economico o politico, visto le polemiche che ha suscitato, da quella scelta.
Per quanto riguarda gli accordi spartitici su alcuni appalti regionali con le opposizioni, di cui mi accusa Buzzi, anche in questo caso voglio chiarire che si tratta solo di falsità. Non esistono e non sono mai esistite spartizioni di nessun tipo. Non lo dico io ma lo dicono i fatti: in due anni e mezzo di presidenza della Regione con oltre 4 miliardi di bandi assegnati, le cooperative legate a Mafia capitale non hanno preso un centesimo. Non appena abbiamo avuto percezione di una possibile infiltrazione nel bando Cup, lo abbiamo immediatamente sospeso e ripresentato in collaborazione con l’Anac di Raffaele Cantone. Va ricordato che se non avessimo bandito questa gara sarebbe continuato lo scandalo di un servizio da decenni in proroga sui cui c’è una inchiesta della Corte dei Conti.
Inoltre Buzzi fa riferimento ad una mia richiesta di assunzione di un fantomatico cognato presso Pino Cinquanta del Cns. Falso anche questo. Intanto vorrei precisare che non ho alcun cognato. So che Pino Cinquanta è un dirigente delle cooperative, non ho mai avuto con lui alcun tipo di frequentazione se non al massimo in occasioni pubbliche o convegni ma escludo di avergli mai proposto nomi per assunzioni di chicchessia”.
Parole che hanno scatenato le polemiche dell’opposizione, con gli esponenti del centrodestra che accusano: “Zingaretti cuor di leone se la svigna dal Consiglio regionale: le tre sedute in programma da oggi (ieri ndr) a venerdì sono state annullate, nel cuore della notte l’aula è stata aggiornata non si sa a quando”. Se l’opposizione da giorni chiede le dimissioni di Zingaretti a sinistra è scattata forte la solidarietà a ogni livello, arrivando fino ai senatori Pd eletti nel Lazio che ieri hanno incoraggiato il presidente a continuare il suo mandato: “Nicola Zingaretti deve andare avanti nel suo impegno di governatore del Lazio. Non possono essere le parole di un indagato per mafia, che cerca di intorbidire le acque per giustificare e coprire la sua azione criminale, a mettere in discussione il buon governo della giunta laziale. Il Presidente della regione ha fatto della legalità e della trasparenza i pilastri della sua azione amministrativa. Una azione che permetterà alla nostra regione di continuare e completare quel precorso di crescita ed eccellenza che questa giunta ha avviato”.
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