Nell’ambito della prevenzione dell’incidentalità il comportamento a rischio costituisce un fattore da tenere in costante monitoraggio. Il Centro Regionale di Monitoraggio della Sicurezza Stradale del Lazio – CEREMSS si prefigge, con la raccolta dei dati relativi ai diversi fattori che incidono sulla sicurezza delle strade del proprio territorio, lo studio, l’elaborazione e l’analisi degli stessi per l’individuazione di best practice e la programmazione di lavori sulle infrastrutture, oltre che il coordinamento e la gestione organizzativa per favorire un’azione divulgativa per la sensibilizzazione e diffusione di conoscenze in materia di Sicurezza Stradale attraverso il coinvolgimento di Istituzioni, Associazioni, scuole, studenti, docenti e famiglie sui temi dell’Educazione alla Sicurezza Stradale e alla mobilità sostenibile. In tal senso, tra gli obiettivi da raggiungere c’è quello di individuare la strategia giusta per una nuova educazione stradale che faccia da deterrente ai comportamenti a rischio e riesca a costruire una nuova cultura “etica” del cittadino che viaggia.
Diverse le iniziative promosse in tal senso: ricordiamo, tra queste, la recente campagna denominata “InSegnalEtica”, un percorso di formazione dei giovani allo scopo di sensibilizzare al tema della Sicurezza Stradale attraverso il coinvolgimento diretto e l’implementazione di conoscenze e di strumenti per prevenire e contrastare il fenomeno dell’incidentalità, realizzato attraverso diverse iniziative svolte nell’ambito delle attività del CEREMSS. Attraverso InSegnalEtica”, ASTRAL con l’Assessorato Infrastrutture e Trasporti della Regione Lazio, ha coinvolto i giovani della rete dell’Associazione Hairam ONLUS che si occupa di integrazione delle disabilità mediante l’arte-terapia, nell’ideazione del logo della Campagna di sensibilizzazione sulla Sicurezza Stradale, con l’elaborazione grafica del tema: “Disegna…la Sicurezza: la tua percezione della Sicurezza Stradale”. I ragazzi disabili hanno interpretato con diversi elaborati grafici le loro emozioni e conoscenze sul tema e tra questi è stato selezionato il logo della campagna.
Ogni iniziativa nasce nell’assoluta consapevolezza che la battaglia per la Sicurezza Stradale non può essere vinta senza agire su tutti gli ambiti di rischio che causano la Sicurezza Stradale: l’uomo, l’infrastruttura e il veicolo.
Tra i diversi disagi che attualmente si registrano, un problema contemporaneo di disagio giovanile e anche di una fascia di adulti, che ha delle gravi ricadute sulla sicurezza stradale è il lancio dei sassi dai cavalcavia. E’ un fenomeno che non è circoscrivibile in precise aree geografiche o limitato a specifici periodi dell’anno. I dati rilavati dall’Osservatorio il Centauro dell’ASAPS ha registrato nel 2014 90 episodi di lancio sassi sui veicoli, nei quali sono rimaste ferite 23 persone. Tra questi 18 episodi sono stati osservati sulla rete autostradale e 72 sulla rete ordinaria. Tra gli autori dei gesti scellerati sono state fermate 52 persone di cui 13 arrestate, mentre risultano 62 minorenni coinvolti e spesso soltanto identificati perché non imputabili. L’Osservatorio ha reso pubblici i dati di rilevamento dei primi sei mesi del 2015 e sono stati già registrati 45 episodi a cui vanno aggiunti quelli del mese di luglio nel quale i tiratori assassini, dalle cronache sembrano essersi dati molto da fare. Il numero prevalente degli episodi risulta essere sempre sulla rete stradale, in cui sono stati registrat 35 episodi, mentre sulla rete autostradale sono soltanto 7. Una parte degli autori degli episodi avvenuti nel primo semestre sono stati arrestati, tra questi 3 maggiorenni e 15 minorenni, mentre cinque persone sono state fermate. La mappa geografica della vicenda del primo semestre indica che la maggior parte dei lanci di sassi sono avvenuti al Sud con 19 episodi, non di molto si discosta il nord con 16, mentre al Centro il reato si è limitato a 10 episodi. Il “tiro al bersaglio” dei lanciatori di sassi è un fenomeno che in estate si intensifica e che costituisce un rischio per le vite umane e un dato variabile da monitorare per la stessa incidentalità.
Un altro fenomeno in aumento è quello della “furia automobilistica”, le aggressioni fra gli automobilisti nel primo semestre del 2015 indicano un serio aumento del fenomeno: sono già avvenuti 87 episodi con 3 morti e 111 feriti di cui 18 molto gravi, mentre in tutto il 2014 ci sono stati 174 episodi con 6 morti e 208 feriti per assurde liti sulle strade. Degli 87 episodi già avvenuti fra gli automobilisti per motivi di viabilità, 10 sono avvenuti di notte e 77 di giorno. In 18 casi di queste aggressioni sulla strada sono state utilizzate armi proprie e in 13 armi improprie. E’ un fenomeno molto sfaccettato che coinvolge italiani e stranieri, infatti soltanto in 9 casi l’aggressore era straniero e in 5 casi l’aggressore era ubriaco. La violenza è imputabile allo stress nella guida? Alla fatica quotidiana? E’ un dato rilevante che richiede l’attenzione giusta per un’analisi che sia volta alla prevenzione di un fenomeno sociale che è in ascesa e si aggiunge alle altre categorie di pericolosità nei comportamenti alla guida. Confrontando i dati del 2014 si può notare che le aggressione in tutto l’anno sono state 174, di cui 23 avvenute di notte e 151 di giorno. Durante le liti sono risultate 6 vittime mortali e 208 feriti di cui 53 molto gravi. La statistica delle armi segnala valori diversi dal primo semestre del 2015 con 33 episodi avvenuti con armi proprie e 43 con armi improprie. Soltanto nel 14,4% in 25 casi l’aggressore era straniero, mentre nel 7,5% in 13 casi uno degli aggressori era ubriaco. Nel 2014 il Lazio si pone a pari merito insieme alla Lombardia con 23 aggressioni, a queste regioni seguono la Campania con 19 e l’Emilia Romagna con 17, il Veneto con 13, la Puglia e la Toscana con 11, la Liguria con 10, la Sicilia con 9. Una sola aggressione sulle strade è stata invece rilevata in Valle d’Aosta, nella Basilicata e in Calabria. I motivi che scatenano le aggressioni sono spesso un sorpasso pericoloso, una partenza da gara ad un semaforo, un passaggio con il rosso e più banalmente e frequentemente la disputa per un parcheggio. Dal punto di vista sociale è interessante notare che gli aggressori sono tutti uomini e di tutte le età, anziani compresi. Lo spettacolo di aggressività che offre la strada è desolante e la prevenzione dovrà puntare a breve soprattutto su questo punto debole del comportamento a rischio. Un consiglio preventivo è quello di non accettare mai la sfida poiché non si può mai prevedere chi sia l’altro conducente, le persone aggressive talvolta sono anche sono l’effetto di alcol e stupefacenti oppure di farmaci che incidono sulla reazione psichica. Inoltre il rischio maggiore è quello di impattare contro una persona armata.
Anche la rissa fra automobilisti inferociti l’uno con l’altro per presunte sgarberie o prepotenze può arrivare all’omicidio stradale. La violenza stradale è un fenomeno esteso nel mondo che in parte abbiamo assimilato con la globalizzazione. Negli Stati Uniti la American Automobile Association, l’Aci americano, insieme alla National Highway Traffic Safety Administration, l’agenzia del Dipartimento dei Trasporti che si occupa della sicurezza sulle strade stanno seguendo sin dagli anni ‘90 lo sviluppo di questo fenomeno. I dati forniti non sono ancora definitivi ma si calcola che ci sia stato un aumento di omicidi da “road rage”, aggressività stradale, di oltre il 7% all’anno. L’aumento del fenomeno si pensa sia direttamente legato al dilagare dei video-telefonini e delle armi.
Questioni di precedenza risolte a suon di cazzotti, camionisti che rompono specchietti, altri che rispondono a un gestaccio scardinando una portiera, sono gesti di un lingua internazionale, quella dell’inciviltà che attraversa i confini. Anche sulle strade russe sono teatro di violenze tra gli automobilisti, sempre più abituati a risolvere normali controversie con metodi da Far West. Nel traffico metropolitano moscovita, ma anche sui raccordi più congestionati fuori dalla capitale, il russo medio al volante non conosce limiti. A differenza della tendenza italiana qui i protagonisti non sono solo uomini, ma anche le donne si danno da fare per farsi rispettare a suon di ceffoni o di tacchi dodici utilizzati per sfregiare la carrozzeria.
L’educazione stradale dovrebbe puntare anche a scardinare dei concetti che sono alla base di certi comportamenti, ad esempio la certezza che l’auto sia uno “status symbol”, quello per eccellenza e non solo un semplice mezzo di locomozione, quindi un prolungamento del proprio ego e del proprio conto in banca. La violenza stradale agisce anche con atti di teppismo sugli apparati della sicurezza stradale, bruciare autovelox, sparare alle macchinette, devastare i box o farli esplodere sono segnali da monitorare e considerare predittivi di altre forme di violenza. Altra sfumatura della violenza stradale è il grande tema dei furti e delle rapine, che costituisce il gap trasportistico e della circolazione dei cittadini. Se ne parla ancora poco, come se l’argomento fosse tabù e il fenomeno è difficilmente monitorabile, ma è un fenomeno concreto e preoccupante. I furti e le rapine ai veicoli industriali costituiscono la parte preponderante di quella tematica del trasporto etichettata sotto il nome di security. Le ricerche internazionali al riguardo indicano un peggioramento della situazione italiana. Una panoramica più completa arriva da un soggetto estero e non istituzionale: l’organizzazione internazionale Freight Watch International, che ha pubblicato il rapporto 2014/2015 sui furti e rapine ai danni dell’autotrasporto in Europa. Nella ricerca, condotta sulla base di informazioni raccolte da fonti locali, nonostante le informazioni ufficiali siano carenti un po’ dappertutto, sono indicati i “punti neri” dove avviene la maggior parte degli episodi. L’Italia figura tra i primi quattro Paesi colpiti, con Francia, Germania e Russia. La particolarità italiana è che il tasso di assalti violenti agli automezzi, rispetto al totale di episodi di reato, è il più alto d’Europa. Tra i punti più a rischio, le aree urbane di Milano, Bari e Napoli. Non va sottovalutata, in queste attività delittuose, la grande presenza della criminalità organizzata, che può giovarsi delle proprie “collaudate” reti di ricettazione. Su questo tema della criminalità su strada non andrebbero fatte differenze tra le autostrade e la restante viabilità sotto il profilo della tutela fornita dagli apparati pubblici rispetto ad atti criminali. Non è una questione di traffico, confort, livelli di servizio, tempi di percorrenza, standard tecnici o caratteristiche infrastrutturali ma di prevenzione della criminalità.
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