Scuola, ecco le linee guida per l’anno 2016/17

Rilancio del liceo classico, potenziamento di quelli musicali e sportivi e altro nel documento approvato dalla commissione Istruzione della Pisana

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Con una larga maggioranza e l’astensione dei due consiglieri del Movimento 5 Stelle Gianluca Perilli e Gaia Pernarella, la commissione Istruzione della Pisana ha approvato le linee guida sulla programmazione della scuola per l’anno 2016/2017. Il documento è stato illustrato dall’assessore regionale alla Scuola Massimiliano Smeriglio, il quale ha evidenziato che le linee guida mettono tra i punti fondamentali il rilancio del liceo classico.

DOVE PUNTARE – Questo, ha precisato Smeriglio è un luogo da valorizzare perché «l’eccessiva specializzazione, in un mondo in cui le tecnologie cambiano costantemente, rischia di portare fuori strada e avere la possibilità di entrare nell’arena del liceo Classico» che rappresenta un momento «di formazione generale al pensiero critico».  Non a caso dopo gli studi classici, prosegue «si può fare Medicina o Ingegneria, e non solo le materie umanistiche, perché con le competenze sviluppate studiando materie che sembrano superate, come il latino e il greco, in realtà si hanno a disposizione delle chiavi e un allenamento allo studio che può portare lontano». Le linee guida puntano anche alla costruzione di un polo tecnico professionale, anche in relazione alle modifiche legislative intervenute con la legge sulla Buona Scuola, sull’alternanza scuola/lavoro. Più in generale le linee guida regionali intendono aiutare i distretti scolatici a costruire un’offerta formativa più coerente che non sia «un supermarket di tutti i possibili indirizzi ma una concentrazione su ciò che funziona e dà occasioni di lavoro e sviluppo territoriale». Per questo vanno anche rafforzate le sperimentazioni dei licei musicali e sportivi «avendo cura di mettere in campo offerte degne di questo nome, quindi con le dotazioni adeguate». Nelle linee guida c’è anche la volontà di superare le pluriclassi, luoghi dove nei piccoli comuni si mettono insieme bambini di prima elementare con quelli di seconda e quinta, un errore dal punto di vista pedagogico, anche se su questo terreno non si andrà con la “mannaia”.

ALTRI RITOCCHI – Ma le istituzioni scolastiche, per acquisire o mantenere l’autonomia, dovranno avere un numero di alunni – consolidato e stabile per almeno un quinquennio – compreso tra 600 e 1200 (con una media di 900). Deroghe sono previste per gli istituti delle isole Pontine e dei comuni montani (400), oltre che per quelli che si trovano in territori particolarmente isolati o disagiati o che hanno subito eventi calamitosi a edifici, laboratori o altri beni strutturali. Di deroghe “apposite e temporanee” potranno usufruire anche i licei classici sottodimensionati e gli indirizzi di liceo classico in gravissima sofferenza numerica. Le scuole d’infanzia dovranno essere mantenute nei territori in cui attualmente funzionano in considerazione delle esigenze delle famiglie e della difficoltà ad aprirne di nuove, mentre dovranno essere corrette situazioni relative a plessi con corsi incompleti, pluriclassi o numero di alunni fuori norma. Per quanto riguarda le scuole Superiori si dovranno evitare duplicazioni e sovrapposizioni rispetto ad analoghi indirizzi già funzionanti nello stesso ambito territoriale. Quindi a partire dall’anno scolastico 2016/2017 gli istituti con numero di indirizzi relativi ad ambiti eterogenei potranno consentire di scegliere un indirizzo di studi prevalente tenendo conto delle realtà territoriali. L’attivazione di nuovi indirizzi potrà essere richiesta solo da quegli istituti che non ne abbiano già attivati nell’ultimo anno. mentre gli indirizzi aggiuntivi o sostitutivi dovranno essere monitorati dalle istituzioni scolastiche per i tre anni alla loro attivazione. Quanto ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 ne sono stati istituiti dodici nel Lazio.

TEMPISTICHE – Adesso la palla passa alla Città Metropolitana di Roma e alle altre Province che dovranno inviare entro il 10 novembre i piani di dimensionamento provinciali all’ufficio scolastico regionale, che darà il proprio parere nei quindici giorni successivi. La proposta di piano regionale dovrà essere trasmessa alla Conferenza regionale permanente per l’istruzione entro il 30 novembre e il piano di dimensionamento regionale dovrà essere approvato dalla Giunta entro il 15 dicembre.

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