Rifiuti Lazio: avanti con la differenziata, ma servono nuovi impianti

Stop all'inceneritore di Albano, sì al compostaggio e ai Tmb. E intanto a Malagrotta parte la bonifica

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Avanti con la differenziata ma senza impianti per ora non si va da nessuna parte. La strada per il riequilibrio del ciclo dei rifiuti nel Lazio passa necessariamente dal binomio riciclo-trattamento. Sono queste le linee direttive emerse ieri nel corso di una riunione in Commissione Ecomafie alla presenza tra gli altri del sindaco Ignazio Marino e del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

DIFFERENZIATA – Sul fronte differenziata i numeri mostrano ancora un percorso tutto in salita. Il Lazio è cresciuto fortemente negli ultimi anni ma siamo ancora fermi al 40%. La Regione ha stanziato 185 milioni di euro, di cui circa 100 già erogati. Dei 185 circa 74 sono destinati a Roma Capitale, a cui sono stati già trasferiti circa 44 milioni. Se l’hinterland romano ha risposto finora bene alle politiche del Governo Zingaretti, la Capitale continua ancora a mostrare delle gravi lacune.

Più complesso invece il tema degli impianti. Il sistema dei rifiuti romani è fragile poiché si trova a collassare nel caso di momentanea indisponibilità di una sola linea di trattamento meccanico biologico o di termotrattamento (l’inceneritore di Colleferro, ad esempio, è vetusto e spesso interrompe le lavorazioni per guasti e manutenzioni straordinarie). In sostanza l’impossibilità di utilizzare tutte o una parte delle linee di trattamento e recupero disponibili ha, come immediato riverbero, l’impossibilità di svolgere ordinatamente i servizi di rimozione e raccolta dei rifiuti urbani.

IMPIANTI – Da qui la necessità di nuovi impianti, purché non si parli di gassificatori. Su questi “mostri“ industriali i territori sono pronti a dare battaglia. Per ora a sorridere sono solo i Castelli dove sembra scongiurata l’ipotesi dell’inceneritore di Albano. Ieri è arrivata la conferma del presidente Zingaretti. «Dalla proiezione dei dati in nostro possesso – ha detto il governatore del Lazio – l’impianto di gassificazione di Albano, autorizzato e mai realizzato, a nostro giudizio non serve alla chiusura del ciclo dei rifiuti, che invece ha raggiunto un suo equilibrio. Rispetto a questo punto abbiamo comunicato in queste ore al ministero dell’Ambiente la nostra opinione fondata sui dati disponibili allo stato attuale». Diverso il caso di Malagrotta dove dopo le recenti vicende legali Cerroni potrebbe averla vinta. Il discorso cambia radicalmente se si parla invece di compostaggio e trattamento meccanico biologico, gli altri due processi inseriti nel ciclo dei rifiuti. Su questo fronte l’Amministrazione Zingaretti sembra decisa ad andare avanti con i progetti già in essere. «La Regione ha acquisito tra le sue competenze il rilascio di Aia per impianti di compostaggio per i quali si sono già svolte delle conferenze di servizio – ha detto il presidente. Pertanto a breve saranno completati con un incremento di circa 90 mila tonnellate. Vogliamo continuare a pensare e progettare il futuro con due priorità – ha aggiunto. La prima è continuare a sostenere la differenziata con nuovi impianti e investimenti, impianti in particolare per il compostaggio che possono aiutare la sostenibilità anche economica della nuova gestione – ha aggiunto Zingaretti – ed in secondo luogo, programmando impianti di trattamento più moderni, anche aprendo una stagione di riqualificazione dei più vecchi, per ridurre gli scarti da smaltire in siti sempre più piccoli».

Intanto, è questa è una buona notizia, sono iniziate in questi giorni le attività di bonifica della discarica di Malagrotta. È il segnale di una svolta, forse troppo poco per cambiare di un cambiamento che necessita anzitutto di una radicale presa di coscienza e un’assunzione di responsabilità da parte di amministratori e cittadini.

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