Cotral forse costretto a liquidare 800mila euro all’ex capo del personale

La lettera dell'ex presidente Palozzi è al vaglio degli inquirenti ma il problema delle liquidazioni e dei superstipendi ai manager pubblici resta difficilmente risolvibile

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Il caso Palozzi sembra ancora nel mirino dei media e della pubblica opinione. Il Corriere delle Sera nell’edizione romana di domenica riportava la notizia che le Fiamme Gialle avevano sequestrato la lettera con la quale Adriano Palozzi, già presidente del Cotral dal novembre 2011 al gennaio 2013, avrebbe riconosciuto all’allora capo del personale Silvio Blasucci la stratosferica buonuscita di 800mila euro.

Stamane compare in proposito anche un articolo, sempre sul Corriere, firmato da Sergio Rizzo che punta il dito sulle liquidazioni dei dirigenti delle società pubbliche di trasporto locale e ricorda anche le liquidazioni dei successivi e numerosi amministratori Atac che con una permanenza massimo di un anno si sono meritati sostanziose buonuscite. Fra questi, citavamo ieri il pluriliquidato da Risorse per Roma e Atac Roberto Diacetti che oggi siede tranquillamente alla poltrona della presidenza di Eur spa.

LA SITUAZIONE – Il fatto è che questi manager hanno gestito, nei vari ruoli, società pubbliche in dissesto e che continuano a succhiare milioni dei contribuenti. Diviene quindi difficile per il ‘popolo’ comprendere quali meriti abbiano acquisito tali soloni del trasporto per arricchirsi. La questione riguarda i dirigenti delle municipalizzate o regionalizzate ( e non solo) che spesso si guardano bene dall’avviare procedure di licenziamento. Anche se indirizzate a corrotti e inquisiti non possono procedere al licenziamento sino terzo grado di giudizio, ovvero dopo anni. Ritornando al caso Palozzi l’anomalia alla attenzione della Procura, stava nel fatto che un presidente del Cotral si arrogasse l’impegno a corrispondere quasi due miliardi di vecchie lire ad un dirigente rimosso dal successivo cda, prima ancora che quello precedente, da lui presieduto, ne decidesse l’ammontare. Una sorta di promissory note a scatola chiusa frutto di un rapporto tutto da verificare.  Se il dott. Blasucci riuscirà o meno ad accumulare il suo tesoretto ad oggi non sappiamo, ma già qualcuno sospetta che comunque si porterà a casa i suoi soldi, magari un pò meno ma sempre tanti.

RIVELAZIONI – E ancora oggi (ieri cartaceo) nel corso della Giornata della Trasparenza l’assessore alla legalità Alfonso Sabella ha detto che vorrebbe «agire molto sulla trasparenza dei dirigenti, ovvero renderli più trasparenti di quanto la legge preveda». Per questo bisognerebbe tenere sotto controllo le loro situazioni patrimoniali e il loro tenore di vita, perché ha aggiunto  «i dirigenti adesso hanno dei compiti che in certi casi sono molto superiori a quelli dei politici». Quindi i cittadini vorrebbero sapere «se il dirigente ha la casa a Cortina o gira con la Panda». Intenzioni giuste e buone se non esistessero tante possibilità di eludere questi controlli pubblici magari intestando beni e proprietà a terzi.

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