«Cantone blocca Zingaretti, niente nomine per tre mesi». Così titolava La Repubblica qualche giorno fa. «Una sanzione pesante, ma resa obbligatoria dalla legge Severino – si legge ancora sul quotidiano nazionale. Una scelta, quella di Giovanni Agresti a commissario straordinario dell’Ipab di Gaeta, fatta da Zingaretti senza verificare eventuali incompatibilità. Che invece c’erano tutte, visto che Agresti è anche amministratore di una società, la Gest-Var, che gestisce due cliniche private».
LA POLEMICA – Questa la notizia secondo il quotidiano di Largo Fochetti, ma a stretto giro di posta arrivano anche i chiarimenti da parte del governatore Zingaretti che con una sua nota spiega che l’iter amministrativo relativo alla vicenda non è concluso, quindi la notizia non sarebbe corretta. Infatti nella nota stampa del presidente si ribadisce che «Anac non ha bloccato nessuno, ma ha rimesso al responsabile regionale anticorruzione la valutazione in merito all’esistenza di eventuali responsabilità da parte di chi ha adottato il provvedimento dopo aver effettuato verifiche». Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, che riporterebbero le valutazioni del presidente dell’anticorruzione Cantone, gli uffici che hanno lavorato su quella nomina Ipab «avrebbero dovuto verificare bene le eventuali incompatibilità di Agresti».
IL CHIARIMENTO DI ZINGARETTI – Ma per Zingaretti la vicenda è molto controversa. «Nel merito – prosegue – stiamo parlando della nomina di una Ipab di Gaeta. Gli uffici preposti hanno valutato la candidatura sulla base di un’autocertificazione sottoscritta che escludeva la sussistenza di elementi di inconferibilità. Infatti la stessa responsabile anticorruzione regionale, interloquendo con Anac, ha scritto che non potevano essere ravvisati elementi di rischio da tali autocertificazioni». Quando sono emersi questi elementi- aggiunge il Presidente «è stata la stessa Regione e non l’Anac a revocare immediatamente la nomina.» Non solo, ma «se venisse sospeso il mio potere di nomina per aver revocato una nomina fatta sulla base di un’autocertificazione falsa ci troveremmo di fronte a una profonda illogicità».
IL MECCANISMO DELE AUTOCERTIFICAZIONI- Infatti secondo la legge gli uffici delle pubbliche amministrazioni verificano le autocertificazioni a campione, evidenziando i casi di maggiore importanza come le nomine di manager della sanità o grandi società, ma solo a campione nei casi di piccoli enti come nel caso di Gaeta. «Altrimenti — prosegue Zingaretti- verrebbe meno il principio stesso di semplificazione introdotto con l’autocertificazione.» Se poi tale principio non fosse più valido ci troveremmo di fronte ad una stupefacente realtà, sembra dire il Presidente. Se ormai l’auto certificazione non sta più bene alla ‘autorità anticorruzione’ per tutte le ragioni di questo mondo, è il Parlamento che deve decidere in sede legislativa. Comunque, prosegue Zingaretti, che non sarebbe stato sospeso da un bel niente, «attendiamo la conclusione dell’iter amministrativo che, come ripeto, non è affatto concluso e poi vedremo le valutazioni».