Il Parlamento nel mese di giugno ha approvato alcune importanti modifiche al Codice della Strada, mentre l’Italia è ancora sotto procedura d’infrazione ed è aperto nei suoi confronti un caso di pre-contenzioso per non averne adeguato alcune norme alle disposizioni europee. Questa tappa appena raggiunta è un ulteriore passo legislativo per cambiare lo scenario delle regole sulla strada. Il dibattito sviluppatosi attorno all’introduzione, nel nostro ordinamento, del reato di “omicidio stradale” ha dato vita alla nuova legge, che si spera possa diventare operante entro il corrente anno. Una legge migliorabile, dicono alcuni, ma che intanto è un chiaro messaggio indirizzato alla comunità da parte del decisore politico e, in più, un contributo a tenere alta l’attenzione sociale verso quella vera e propria piaga costituita dagli incidenti dovuti a condotte gravemente imprudenti.
Dal portale della Sicurezza Stradale dell’ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) viene reso noto che il Senato, in data 23 luglio 2015, ha dato il via libera definitivo alla Legge europea 2014 (A.C. 2977 “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”), approvata a larga maggioranza con 123 voti a favore, 43 contrari e 41 astenuti. Il provvedimento risponde a 14 procedure di infrazione e 11 pre-infrazioni a carico dell’Italia.
Le modifiche, tra l’altro, intervengono in materia di requisiti per il rilascio delle patenti di guida e di requisiti richiesti agli esaminatori, nonché eliminano alcune limitazioni alla guida dei minorenni titolari di patenti. In particolare, la disposizione modifica alcuni requisiti relativi al campo visivo minimo verso l’alto, nonché, per gli esaminatori, il requisito di essere titolari di patente di categoria B per il rilascio delle patenti di categoria AM, A1, A2, A, B1 e B. Viene eliminato, inoltre, il divieto di trasportare passeggeri per i sedicenni che conducono veicoli appartenenti alle categorie AM, A1 e B1 e per i conducenti di ciclomotori. L’introduzione di questo reato è stata definita dall’ASAPS una “piccola e grande battaglia di civiltà”. Con la nuova legge il ritiro della patente è previsto per un periodo che va dai 15 anni fino ad arrivare ai 30 anni, viene introdotto l’arresto in flagranza di reato e un forte inasprimento delle pene per chi si macchia del reato di omissione di soccorso. Le pene generiche vanno dagli 8 ai 12 anni e salgono a 18 per gli omicidi plurimi: se il guidatore cerca di fuggire, la pena aumenta della metà. Per chi guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi/litro o sotto l’effetto di droghe e per i conducenti che svolgano attività di trasporto persone con tasso sopra 0,8 g/l o sotto l’effetto di sostanze la pena va da 8 a 12 anni di reclusione. Mentre per chi guida sotto l’effetto del tasso alcolemico superiore a 0,8 ma non a 1,5 g/l e non sotto l’effetto di droghe, la pena prevista va dai 7 ai 10 anni di reclusione.
L’Italia è uno dei Paesi Europei a più alta densità di traffico interno e i dati confermano l’assoluto dominio del trasporto su strada a cui non corrisponde un’offerta infrastrutturale adeguata alla domanda, con conseguenze negative pesanti in termini di congestionamento, inquinamento ambientale e sicurezza. L’Europa ci sta portando ad acquisire sul piano legislativo una serie di misure e sul piano della programmazione dell’uso delle tecnologie informatiche una serie di innovazioni, che alzeranno a breve termine il miglioramento della situazione complessiva della Sicurezza Stradale nazionale. Queste novità si agganceranno e si riverbereranno sui molteplici soggetti e sugli operatori che intervengono nel processo di riduzione delle vittime e che per propria competenza possono innalzare gli standard della Sicurezza Stradale: i soggetti istituzionali, le forze dell’ordine, le Regioni, le Province e i diversi Dipartimenti dei Comuni, gli organi tecnici, la Scuola, le Strutture sanitarie, gli Enti di ricerca e le Associazioni.
Negli orientamenti della Commissione Europea in materia di sicurezza stradale per il decennio 2011-2020, sono stati individuati sette obiettivi strategici per poter migliorare la sicurezza di veicoli, infrastrutture e comportamento dell’utenza stradale. In particolare, è prevista la creazione di un quadro di cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione Europea finalizzato al “controllo dei progressi compiuti verso l’obiettivo comune nonché al miglioramento dell’acquisizione dei dati, alla condivisione delle esperienze, ai gemellaggi e allo scambio delle migliori pratiche”. L’obiettivo generale, in linea con la programmazione europea e nazionale è il raggiungimento, al 2020, di un tasso di incidentalità non superiore a 3,8 morti ogni 100 mila abitanti, con una riduzione del 50% delle vittime rispetto alla dimensione del 2010. L’obiettivo è ridurre nettamente i costi umani dovuti alle persone decedute ed infortunate, la mancanza di produttività in termini sociali unita al danno alla persona, sia il danno morale dei superstiti sia il danno biologico che determina i costi sanitari.
L’incastro delle nuove normative con nuove buone pratiche e con l’adozione di mirate soluzioni extraurbane ed urbane, si uniscono alle azioni “trasversali”, vale a dire le azioni finalizzate a migliorare la conoscenza del fenomeno dell’incidentalità stradale, attraverso l’ottimizzazione delle attività di rilievo e di condivisione e analisi dei dati. In tal senso, per assicurare il supporto e la cooperazione necessari alla Commissione Europea è necessaria l’implementazione del monitoraggio nazionale della sicurezza stradale in modo tale da poter avere “un quadro certo delle problematiche, delle azioni intraprese e delle misure che hanno conseguito i risultati più soddisfacenti”. In tale ambito, un ruolo di primaria importanza viene attribuito ai Centri Regionali di Monitoraggio della sicurezza stradale, previsti nell’ambito del secondo Programma di attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale (PNSS), che costituiscono un elemento fondamentale sia della programmazione degli interventi a livello regionale, sia della conoscenza del fenomeno e della verifica dei risultati delle politiche a livello nazionale.
Nella Regione Lazio, il CEREMSS Centro Regionale di Monitoraggio della Sicurezza Stradale del Lazio lavora nell’ottica della trasversalità, attraverso un processo ciclico e continuativo che si consolida e si valorizza nel tempo: le sue azioni sono finalizzate a migliorare la conoscenza e valutazione del fenomeno dell’incidentalità stradale, per determinare le misure e gli interventi più idonei a contrastare le specifiche componenti di rischio delle strade della Rete Viaria Regionale e del territorio delle cinque Province di Latina, Rieti, Viterbo, Frosinone e Roma. Il fine principale del CEREMSS, attraverso l’ottimizzazione delle attività di rilievo, gestione, elaborazione e valutazione dei dati, è di supportare ed indirizzare a livello regionale le scelte politiche dell’Amministrazione valutando i risultati e i livelli di efficacia degli interventi e gli impatti che essi determinano in termini di riduzione del numero di vittime e di costo sociale, per ritornare a valutare i nuovi scenari di incidentalità e definire i nuovi programmi di azione. Queste azioni di indirizzo sono volte a rafforzare le capacità di governo della Sicurezza Stradale del Lazio, anche attraverso l’adeguamento delle competenze sia tecniche che decisionali dei vari operatori del settore. Tutte le azioni che si intende intraprendere sono indirizzate ad una corretta gestione della rete stradale, attraverso l’individuazione delle tratte stradali e delle intersezioni critiche.
Dalle elaborazioni del CEREMSS, il Lazio nel 2013 è rispettivamente al secondo e quarto posto della classifica delle Regioni italiane in relazione al Costo Sociale totale della Sicurezza Stradale e del Costo Sociale pro-capite dell’incidentalità su strada. La Regione Lazio pone tra i suoi obiettivi prioritari la riduzione di detti Costi Sociali, anche al fine di portarne i valori al di sotto degli attuali livelli superiori alla media nazionale.
La situazione delle cinque Province del Lazio, per quanto attiene la ripartizione dei Costi sociali è sinteticamente rappresentata nelle due tabelle che seguono, in cui è evidente per la Provincia di Roma, l’impatto metropolitano di Roma Capitale.
La Sicurezza Stradale di Roma Capitale è monitorata, in particolare, attraverso la metodologia del PCSS ” Piano Comunale della Sicurezza Stradale di Roma Capitale” che è valido fino al 2020, uno strumento di indirizzo e di programmazione che coordina e mette a sistema l’insieme delle strutture e degli organismi, delle azioni e degli interventi, delle procedure e degli strumenti che possono contribuire a migliorare le condizioni di sicurezza stradale nel territorio comunale.Foto Coraggio© – Archivio Asaps.
Si cerca con ogni sforzo e in ogni maniera di abbattere, o quantomeno, contenere, l’incidentalità, tanto da parte delle istituzioni preposte ad azioni educative e di controllo dei comportamenti su strada quanto da parte di associazioni o privati e una delle recenti iniziative apparse in tal senso è la diffusione delle dieci “regole d’oro” per evitare eventuali sinistri, scritte dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA). Si tratta di consigli da mettere in pratica per evitare situazioni a rischio quando si è al volante o sulle due ruote. Allacciare le cinture di sicurezza; rispettare il Codice della Strada; rispettare i limiti di velocità; controllare i pneumatici; guidare solo se si è lucidi; proteggere i bambini a bordo; non distrarsi; fermarsi quando si è stanchi; indossare il casco quando si va in moto; essere cortesi e rispettosi. Nulla di trascendentale, come si vede, ma è un richiamo ad una condotta di guida responsabile. Basterebbe attenersi a queste elementari indicazioni per limitare tanti dolori, morti e feriti. Rispetto al problema, nel tempo c’è stata una maggiore attenzione di tutti coloro che operano nel settore, dalle Forze dell’Ordine, in particolare agli Enti proprietari delle strade i quali, pur rispetto a disponibilità economiche sempre più limitate, cercano di migliorare, complessivamente e sotto l’aspetto infrastrutturale, le arterie del Belpaese. Anche l’impegno dell’Unione Europea è volto a rendere sempre più sicure le vie di comunicazione comunitarie e parallelamente, nel tempo è cresciuta la sensibilità del legislatore nazionale e dell’opinione pubblica, soprattutto grazie all’enorme impegno di soggetti opinion leader che hanno ascendenza sugli utenti della strada.
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