Zingaretti, non mi candido. Mio contributo con lavoro in Regione

Il presidente della Regione Lazio commenta le vicende nelle ore delle dimissioni di Ignazio Marino

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Ha espresso la sua “vicinanza e solidarietà” a Ignazio Marino ma nega che si candiderà a nuovo sindaco della capitale. “Venerdì ho parlato con Marino per esprimergli la mia vicinanza, amicizia e solidarietà – ha detto – un un momento difficile e penso che la sua amarezza sia da comprendere visto l’impegno di questi due anni”.  Il presidente della Regione Lazio approfitta di un appuntamento mattutino in Regione, la presentazione della campagna antinfluenzale, per affrontare senza indugi il tema politico del giorno: le dimissioni di ignazio Marino e il ruolo del Partito democratico. Zingaretti è in regione dal 2013, pochi mesi prima che venisse eletto Marino. Guida un mastodonte fatto soprattutto di sanità, ma anche di ambiente, infrastrutture, lavoro, imprese.

Nell’incontro con i cronisti ha ribadito la sua intenzione a governare e risanare l’ente di via Cristoforo Colombo, e lo fa spiegando il senso delle sue scelte: “Il 16 luglio 2012 mi ero candidato a sindaco di Roma, ma a settembre, di fronte alle vicende note, il Pd e il centrosinistra mi chiesero di cambiare e affrontare quella che fu definita un’emergenza democratica. Io condividendo quell’analisi di una situazione veramente drammatica non ci pensai due volte e rinunciai alla candidatura, buttandomi nell’avventura regionale. Abbiamo vinto all’insegna del cambiamento e ora stiamo governando la Regione. Penso che queste scelte si fanno una volta nella vita, io l’ho già fatta e credo che ora sia giusto che parta un processo di ricostruzione di una proposta di governo”.

Per Zingaretti dunque, al di là delle polemiche che ogni giorno lo bersagliano dai banchi dell’opposizione, il focus è il lavoro di risanamento della Regione Lazio: “In questi mesi – ha spiegato – sono stato poco dietro la polemica politica, i comunicati e l’apparire perchè credo che il mio compito sia dimostrare che una delle regioni più complicate dal punto di vista di governo potesse diventare un modello di buon governo per l’Italia- ha aggiunto- Il contributo che io posso dare e darò al mio campo di forze sarà questo: dimostrare che si può governare meglio aiutando la vita dei cittadini. Questo è e sarà il mio contributo alla fase che si sta aprendo”.

Quanto alla fase politica è chiaro anche a Zingaretti che a Roma il punto nevralgico su cui ruota l’assetto politico di domani è il partito democratico: “Il Pd dovrà essere protagonista di questa nuova fase che dev’essere di ricostruzione di una coalizione larga, basato su un progetto di governo per la città. E’ importante ritrovare in fretta la capacità di incontrarsi, pensare e discutere collettivamente”. E senza giri di parole va al succo di quello che il Pd a Roma è stato fino ad oggi: “Non se ne può più – ha aggiunto Zingaretti – di avere tanti gruppi, è tempo di ritrovare una dimensione collettiva. Dobbiamo far parlare Roma, a partire dai presidenti di Municipi che sono i depositari e custodi di rapporti di massa profondi con la città, ma anche i consiglieri, i deputati, gli assessori: tutti in campo senza egoismi”.

Quanto al futuro, il primo passo è stato indicato dal presidente del Consiglio e segretario PD Matteo Renzi e in questo senso Zingaretti ha: “Ora ci sono le primarie, ne penso molto bene come scelta di coinvolgimento dei cittadini. Dev’essere chiaro che questo è il tempo della responsabilità”.

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