Proventi da sanzioni per trasgressioni al codice della strada

Le soluzioni innovative, dalle prospettive del monitoraggio alla gestione dei fondi

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Per superare le arretratezze occorre modernizzare, è questa la logica che nel campo della sicurezza stradale è ormai divenuta una necessità, ciò vale anche per il monitoraggio sui risultati degli investimenti derivanti dalle multe. Gli incidenti stradali in Italia “costano” di circa due punti del Pil, a questo va aggiunto il costo della manutenzione delle strade e di interventi vari per la sicurezza stradale. I bacini di entrata a cui attingere per un equilibrato sistema di bilancio economico in materia di sicurezza stradale sono ancora tutti da definire. Si tratta di un tema complesso e relativamente nuovo in cui i tecnici e il Governo italiano si stanno cimentando. Il nostro Paese si sta affacciando all’Unione europea su tecniche collegate alla violazione di norme europee in vari ambiti della materia “sicurezza stradale”. Tutti gli stati membri sono chiamati ad adeguarsi al più presto ad una legislazione il più possibile unitaria e questo, quindi, ci riguarda da vicino. Oltre ai regolamenti, direttamente applicabili in ciascuno Stato membro, vi sono le direttive che, in via generale e di principio, sono esse stesse ad imporre allo Stato membro l’adozione di atti necessari alla loro puntuale attuazione. Poi sono da condividere gli orientamenti: uno tra i primi riguarda l’impostazione dei criteri di analisi dell’incidentalità.

logo_25000vite_3La modernizzazione nel campo del rilevamento della mobilità su strada e dell’incidentalità ci ha portato in breve tempo ad utilizzare tecniche automatiche di raccolta dei dati che un tempo erano da considerare semplicemente fantascientifiche. I tradizionali sistemi per la rilevazione del traffico limitano le informazioni al conteggio dei veicoli, alla loro disaggregazione per classi, alla velocità. Oggi, attraverso le riprese aeree effettuate da droni, sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (APR), o unmanned aerial vehicle (UAV), è possibile il monitoraggio avanzato del traffico mediante appositi software video in grado di elaborare dati sempre più sofisticati. Ciò va a supporto e miglioramento dello studio della tecnica della circolazione, il così detto traffic engineering è stato da sempre accompagnato da rilievi sul campo delle principali caratteristiche di flussi dei veicoli per confermare la corrispondenza delle teorie delle code e del deflusso con la realtà. La conoscenza dei dati di traffico, risulta fondamentale non solo agli ingegneri dei trasporti ma anche a tutte quelle organizzazioni che, per obblighi normativi o per pianificazione della rete, sono chiamate a gestire e a mantenere il patrimonio stradale italiano. La diffusione mondiale dei droni, ha investito in maniera massiccia anche il panorama italiano: osservare il traffico con rilievi avanzati, da una nuova prospettiva, quella aerea è il futuro della sicurezza stradale.

Nel senso dell’innovazione tecnologica vanno anche i sistemi di monitoraggio volti all’Infomobilità ed i Centri Regionali di Monitoraggio della Sicurezza Stradale promossi dal Ministero delle Infrastrutture e trasporti con le Regioni. La Regione Lazio attraverso l’ASTRAL sta lavorando all’impianto del CEREMSS Centro Regionale di Monitoraggio della Sicurezza Stradale del Lazio, un mezzo in grado di svolgere un ruolo chiave per l’afflusso periodico, su una piattaforma comune, di dati connessi alla sicurezza delle infrastrutture stradali, per il loro incrocio, il loro monitoraggio e l’elaborazione di analisi costi/benefici e programmi di manutenzione.

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Davanti a questo scenario tecnologico avanzato che attraverso appuntamenti, costellati da seminari, convegni e incontri con gli utilizzatori finali ha già riscosso un notevole successo e ha permesso di affrontare i primi studi pilota anche nel nostro paese, non rimane che l’urgenza di reperire i fondi per poter attuare l’innovazione tecnologica. Il tema della manutenzione e sicurezza stradale in ambito nazionale è stato affrontato nel mese di luglio nel convegno “La buona strada” nel quale è intervenuto il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Del Rio ed è emerso come la riduzione degli interventi di manutenzione delle arterie, sia in termini di qualità sia di quantità, rischi oramai di avvicinare il sistema-Paese a un rischioso punto di non ritorno. Il degrado della rete viaria nazionale che comprende più di 660.000 km, può portare gradualmente all’annullamento degli sforzi economici compiuti da almeno tre generazioni di contribuenti italiani. Il danno è consistente e, strettamente collegato al tema della manutenzione, c’è il tema della sicurezza stradale con i suoi stratosferici costi umani e sociali. Al puntuale intervento del Ministro che ha tratteggiato le linee d’intervento del Governo rispetto a questa problematica, si sommano le indicazioni di Michele Meta, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, che ha evidenziato la necessità di recuperare risorse per la manutenzione stradale non già mediante tasse o balzelli aggiuntivi, opzione incompatibile con il quadro macroeconomico, ma attraverso un diretto e inderogabile impiego ai soli fini manutentivi dei proventi contravvenzionali da Codice della Strada. Nel frattempo, i Comuni continuano ad utilizzare da soli la torta dei proventi da autovelox collocati sulle strade extraurbane, di proprietà di Province, Regioni, Stato. Nessuna regola impone la destinazione degli incassi al miglioramento delle condizioni dell’asfalto, della qualità delle barriere di protezione etc., da parte degli enti proprietari. In tal senso non è arrivato né il decreto attuativo, già previsto dalla riforma del Codice del 2010, né una nuova regola. Per quanto riguarda l’urgenza di aggredire quell’80% d’incidentalità che vede come causa unica o prevalente del sinistro il comportamento umano alla guida è necessario incrementare, il più possibile, il numero di controlli su strada, che, per arrivare ai livelli di Francia e Germania, dovrebbe quintuplicare. Le sanzioni amministrative per trasgressioni al codice della strada e la spesa in sicurezza stradale varia in Europa di paese in paese e l’indice della pressione sanzionatoria che si ottiene incrociando la quantità di proventi con il numero della popolazione evidenza dei forti divari. L’effetto deterrente, ossia il vero fattore migliorativo dei comportamenti, non è dato solo dalla severità e certezza della sanzione ma, anche dalla ragionevole probabilità di incorrere nell’intervento dell’Autorità competente quando si trasgrediscono le regole di base per una condotta di guida sicura. Una maggiore sorveglianza delle strade ha un diretto effetto sulla diminuzione degli incidenti e le entrate derivanti dall’art. 208 del Codice della Strada, se destinate alla manutenzione delle arterie stradali, possono creare un circuito virtuoso che dai comportamenti di guida trasgressivi in relazione ai fattori di rischio deduca proventi da sanzioni per trasgressioni che vadano a confluire in un programma di investimento costituito da piani, programmi e progetti per migliorare la sicurezza stradale.

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