Ospedali, scioperano i lavoratori del settore pulizie

Braccia incrociate per protestare contro «l'ennesima spending review realizzata con la legge di stabilità» che porterà a un «taglio del 5% degli appalti già in essere», traducibile «in 200 milioni di euro in meno sui servizi erogati»

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I lavoratori dei settori delle pulizie, lavanderie industriali ma anche chimici-tessili, operatori che si occupano di sanificazione delle sale operatorie e della sterilizzazione dei ferri chirurgici nelle strutture ospedaliere e nelle Asl del Lazio, domani incroceranno le braccia per protestare contro «l’ennesima spending review realizzata con la legge di stabilità» che porterà a un «taglio del 5% degli appalti già in essere», traducibile «in 200 milioni di euro in meno sui servizi erogati» che si ripercuoteranno su circa 10mila lavoratori, «molti dei quali hanno già subito tagli di orari e stipendio e sono sotto contratto di solidarietà». Uno sciopero unitario del settore sanità organizzato da Cgil, Cisl e Uil, che domani manifesteranno «in almeno 500» sotto la Regione Lazio per dire «no a questi tagli che non sono a sprechi e inefficienze, ma sul sistema dei servizi che vengono erogati e quindi hanno anche un riverbero sui lavoratori». A lanciare la giornata di mobilitazione sono stati i rappresentanti delle organizzazioni confederali regionali e delle rispettive categorie del commercio, dei chimici e della funzione pubblica, nella sede della Filcams Cgil di Roma e del Lazio di via Buonarroti.
Per Vittorio Pezzotti, segretario regionale della Filcams Cgil, «si tratta di nuovi tagli nel Lazio ancora commissariato: Zingaretti più volte ha dichiarato che nel 2015 se ne sarebbe usciti, noi ce lo auspichiamo e siamo fiduciosi ma abbiamo qualche difficoltà a credere che il piano di rientro possa concludersi così. Parliamo di un taglio del 5% del valore economico degli appalti, e non attraverso un cambio di appalto, ma per quelli già in essere». I tagli, ha spiegato, riguardano «quei servizi esternalizzati che vengono gestiti attraverso una serie di appalti: parliamo di pulizie, lavanderie industriali, sterilizzazione dei ferri chirurgici e tutti i servizi di manutenzione». Tagli che «dal calcolo che abbiamo fatto sulla legge di stabilità si traducono in una sforbiciata da 200 milioni: questo vuol dire che il famoso patto della salute siglato non molto tempo fa è cambiato ancora e di quegli aumenti previsti nel triennio non ci sarà nulla, se non pochissimo».
Come ha sottolineato Carlo Costantini, segretario della Fisascat Cisl di Roma e Lazio e di Usr Lazio, «siamo già al terzo taglio, non eravamo d’accordo prima figuratevi oggi. Abbiamo chiesto da un mese e tre giorni un incontro alla cabina di regia regionale sulla sanità ma nessuno ci ha risposto: domani daremo la nostra risposta forte, non pensino che ignorandoci ci stancheremo di chiedere confronti o di andare sotto la Regione Lazio».
Secondo i dati forniti dai sindacati, in tutte le aziende ospedaliere del Lazio dal 2011 la riduzione si attesta tra il 12 e il 25% medio: lo Spallanzani ha visto ridursi sia le ore di produzione sia le unità produttive del 27,5%; il Cto ha avuto una riduzione di organico e prestazioni del 12,3%; San Giovanni Addolorata e San Filippo Neri prestazioni ridotte del 17%; nelle province di Latina e Frosinon c’è una riduzione di prestazione diffusa pari al 10%.
A spiegare gli effetti pratici dei tagli è Stefano La Dogana della Uil-Trasporti, rappresentante del settore pulizie: «Dalla Regione hanno chiamato direttamente le aziende per comunicare l’ulteriore ribasso: le ditte ci hanno detto che nell’applicazione diretta questi tagli dal 5 arriveranno al 20 ma anche al 30% dove si applicano i codici colore, perchè i codici rossi, che richiedono interventi e pulizie più frequenti e costano giustamente di più, sono stati trasformati nei contratti dei lavoratori in codici arancione e quindi le pulizie nelle sale si faranno praticamente dopo tre operazioni, così come nei bagni frequentati anche da 1.500 persone si potrà pulire solo all’inizio e alla fine della giornata». Ma le ripercussioni, ha sottolineato La Dogana, «saranno su tutto, dai cerotti alle protesi fino al lavaggio dei lenzuoli, ma evidentemente a chi di dovere non interessa: mentre noi andremo sotto la Regione per difendere i lavoratori Zingaretti andrà al Grassi per inaugurare il nuovo pronto soccorso».

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