Non usciremo dalla chiesa dove siamo entrati questa mattina fino a quando non saremo ascoltati da chi governa la città, la Regione, il Paese”. E stato questo fino al pomeriggio di venerdì il grido di protesta dei movimenti per la casa che dopo la vicenda degli affitti da un euro e gli sgomberi a Roma della settimana scorsa sono tornati alla carica per chiedere una moratoria degli sfratti e degli sgomberi degli spazi abitativi e sociali. Per questo ieri mattina sono entrati all’interno della basilica di Sant’Andrea delle Fratte e hanno manifestato per quasi tutto il giorno.
La Regione Lazio ha però risposto nel pomeriggio ai manifestanti convocando per il 15 febbraio un incontro “ai massimi livelli” per affrontare la questione. Spiegano i movimenti: “Al tempo del Giubileo della misericordia si e” scatenata una guerra spietata e inaccettabile ai poveri, mentre sono sempre più evidenti le responsabilità politiche della crisi abitativa a Roma e in Italia e la volontà di chi governa di risolvere le questioni sociali con i manganelli, gli idranti, le multe e le intimidazioni – spiegano, in una nota, i Movimenti per il diritto all’abitare – Questa città non può essere governata apponendosi una stella sul petto e mostrando i muscoli, qui ci vivono migliaia di abitanti arrabbiati e poco disponibili ad ascoltare ancora proclami e invettive”.
I movimenti per la casa chiedono che le questioni abitative non vengano più risolte con l’uso della forza pubblica e chiedono l’utilizzo di 200 milioni per la realizzazione di 1000 nuove case “soldi legati a una delibera ferma da due anni” spiegano oltre a “uno stop a sgomberi, denunce e identificazioni durante i cortei per l’emergenza abitativa”. Per questo hanno chiesto “la convocazione di un tavolo con Zingaretti, Gabrielli e se vuole anche il presidente del Pd. E’ importante il confronto su centri sociali e abitazioni. Gli sfratti stanno continuando, non si sono fermati nemmeno a Natale. Sono arrivate anche le multe per chi manifesta”.
La risposta della Regione non ha tardato ad arrivare: è stato proprio l’assessore alla Casa Fabio Refrigeri a far sapere che il 15 febbraio prossimo sarà approvata “la delibera attuativa sull’emergenza abitativa” e che il dialogo tre Regione, Comune di Roma, Sindacati e movimenti per la casa non è mai stato interrotto. “Da parte della Regione Lazio – ha assicurato Refrigeri – c’è tutta la volontà di portare a compimento l’iter della delibera volta a rendere operativo il piano di emergenza abitativa da attuarsi nella Capitale; un piano varato ormai da due anni dalla Giunta regionale. Sin da allora, offrendo strumenti economici concreti, la Giunta ha affrontato il tema assumendo il ruolo politico della vicenda, e senza mai interpretare la problematica come mera questione di ordine pubblico. Al contempo, come i fatti dimostrano, l’Amministrazione regionale non ha mai avallato alcun comportamento che esulasse da quanto previsto dalla legge. I buoni risultati conseguiti in tutte le province del Lazio, laddove il piano è stato applicato dagli Enti locali, dimostra che la sua riuscita richiede uno sforzo complessivo di tanti attori. Sono convinto che oggi, per Roma, sia il momento di rendere attuabile uno strumento, inesistente sino a due anni fa, e che ora chiede solo una messa a punto ed un’azione conseguente per la Capitale”.
Ieri pomeriggio, dopo l’annuncio di Refrigeri i manifestanti hanno lentamente abbandonato la chiesa del centro e il rappresentate dei movimenti Paolo Di Vetta ha dichiarato: “L’impegno è importante se viene mantenuto. L’assessore ha garantito l’approvazione della delibera per l’emergenza abitativa entro febbraio. Sono i primo timidi segnali di attenzione”. E ha promesso “una grande manifestazione di massa” per la data dell’incontro.
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