Regione, il numero unico per le emergenze tra burocrazia e tempi morti

A lanciare per primi l’allarme sono stati i cronisti di cronaca nera

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Il Corriere della Sera pubblica oggi una lettera di Romano Bartoloni, segretario dei cronisti romani a Paolo Conti. La lettera fa riferimento a quella precedente di una lettrice che lamentava il cattivo funzionamento del 112, numero unificato per le emergenze.

NUMERO UNICO

Da quando i servizi telefonici di pronto intervento si sono unificati in un numero unico ribattezzato di «emergenza europeo» gestito da un call center regionale, scrive Bartoloni «hanno cambiato caratteristiche diventando una centrale di smistamento verso gli ex pronti intervento delle forze dell’ordine e della sanità». A lanciare per primi l’allarme sono stati i cronisti di cronaca nera perché il servizio si sarebbe burocratizzato e ci vogliono tempi lunghi prima che qualcuno provveda ad accorrere. «Un defaticante giro di istruttoria, di verifiche e di identificazione sul complesso delle circostanze e sul conto del cittadino che invoca aiuto, – prosegue Bartoloni -. Si perdono così minuti preziosi che equivalgono ad una vita. Spesso si arriva sul posto non solo troppo tardi per un soccorso efficace, ma anche per la raccolta scientifica a caldo delle prime informazioni sulla scena del delitto». In conclusione ci sarebbe solo più burocrazia e meno “pronto intervento” ». Il nuovo servizio del 112 fu inaugurato il 18 novembre dello scorso anno. Ha quindi potuto disporre di tre mesi di rodaggio e doveva aumentare gli standard di sicurezza in vista del Giubileo e non solo, raggiunti grazie alla collaborazione di Carabinieri, Polizia, Ares 118 e Vigili del Fuoco.

L’INVESTIMENTO DELLA REGIONE LAZIO

La Regione ha investito 3,5 milioni per il 112 di Roma e Provincia e 1,5 milioni per il numero unico 112 che assorbirà le altre province per servire in futuro un bacino di utenza di 3,5 milioni di persone. Per ora , il 112 è attivo sul territorio di Roma e provincia. Fra gli obiettivi che il numero unificato si proponeva velocità, precisione, semplicità con l’ottimizzazione dei tempi di intervento. E ancora riduzione degli errori e infine semplificazione ponendo fine alla giungla di numeri da chiamare. Nella centrale sono impegnati 80 dipendenti della Regione in almeno 14 lingue. Sono le 34 postazioni che raddoppieranno in situazioni di particolari emergenze o eventi. A leggere la notizia oggi pubblicata pare che il collaudo non vada per il verso giusto e d’altra parte i cronisti di ‘nera’ raccolgono non solo i malumori dei cittadini, ma anche delle forze impegnate nel pronto intervento. Una risposta della Regione ci pare comunque d’obbligo vista la delicatezza del servizio.

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Giuliano Longo

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