Castelnuovo di Porto, dopo la sospensiva Cara ancora senza gestore

Dopo la vittoria della gara, le verifiche e la scrittura del contratto, il Tar emette un altro atto di sospensiva contro la cooperativa vincitrice

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La gestione del Cara, il centro di accoglienza dei rifugiati di Castelnuovo di Porto sulla via Tiberina, vive giorni difficili mentre infuria la battaglia tra la società aggiudicatrice del nuovo bando fino al 2016 (la cooperativa Eriches29) e il vecchio gestore, la società Francese Gepsa. È datato giusto 24 febbraio infatti un provvedimento del Tar del Lazio che sospende l’aggiudicazione della gara in favore di Eriches 29 a seguito della istanza cautelare del 24 febbraio della ditta uscente Gepsa. La faccenda rischia di far sprofondare il centro di accoglienza nel degrado, ma soprattutto di costare caro ai contribuenti per un litigio che si prolunga ormai da mesi nonostante lo stesso Tar abbia riconosciuto Eriches29 come vincitore.

LA VICENDA – Per capire cosa è successo prima dell’atto emanato pochi giorni fa dalla presidente della Sez. I ter del Tar Lazio Linda Sandulli vediamo come si è arrivati a questa situazione. All’inizio del 2013, dopo la fine della gestione da parte della Croce Rossa, la Prefettura di Roma bandisce una gara europea per la Gestione del C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto. Eriches se la aggiudica nel settembre 2013 ma la sua offerta viene ritenuta anomala, cioè troppo bassa. La stazione appaltante avvia il procedimento di verifica che dura oltre 4 mesi e dispone, dopo un puntuale esame (con decreto del Prefetto Dott. Pecoraro), l’aggiudicazione definitiva in favore del Consorzio Eriches. Successivamente le imprese Auxilium e Gepsa, arrivate rispettivamente seconda e terza in graduatoria nella gara (Gepsa è anche la ditta uscente dall’appalto e ormai in proroga da oltre un anno) azionano il ricorso giurisdizionale innanzi al Tar del Lazio. Alla Camera di Consiglio del 16 gennaio 2014 fissata per la discussione cautelare, il Collegio giudicante propone alle parti di rinunciare alla istanza cautelare e rinviare la decisone al merito a data ravvicinata (13 marzo 2014). I ricorrenti avendo aderito alla proposta, rinunciano dunque di fatto alla propria istanza di sospensione facendo altresì cessare l’effetto sospensivo sulla sottoscrizione del contratto. A questo punto sembrerebbe tutto risolto, o quasi, tanto che pochi giorni fa, lo scorso venerdì 21 febbraio la Prefettura ed Eriches 29 sottoscrivono  il contratto di appalto con decorrenza dal 1 marzo, che viene depositato al TAR nella giornata di lunedì 24 febbraio unitamente ad una memoria del consorzio Eriches 29, avendo avuto notizia della istanza cautelare proposta dalla Gepsa. Ciò nonostante, senza citare il contratto sottoscritto, viene emesso un provvedimento che accoglie l’istanza cautelare di Gepsa. È evidente che l’istanza cautelare avanzata da Gepsa, in quanto a conoscenza della avvenuta sottoscrizione del contratto, si configura come una azione volta ad aggirare la legge allo scopo precipuo di eludere le norme che regolano i pubblici appalti.

LA SITUAZIONE OGGI – Ad oggi alla situazione di stallo contrattuale e alle condizioni non sempre ottimali in cui sono tenuti gli ospiti del centro, c’è poi anche la questione del trattamento dei lavoratori, come ricorda un comunicato della stessa Eriches: «Le società che eseguono in partenariato con Gepsa il servizio, Sinergasia e Acuarinto, utilizzano personale non assunto regolarmente e che non percepisce regolare retribuzione da oltre 6 mesi in spregio a quanto previsto dal capitolato d’appalto». Da Ultimo Eriches ricorda che «Già il Consiglio di Stato (sezione Terza) con sentenza 3697 del 14/12/12 aveva annullato l’aggiudicazione in favore dell’ATI capitanata da Gepsa». E mentre si attende una decisione definitiva su questa vicenda il Cara continua a essere gestito da Gepsa a costi decisamente superiori rispetto a quelli offerti (e vinti) dal consorzio delle cooperative di Eriches29.

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