“Lo sciopero indetto in ATAC per martedì 15 settembre poteva essere scongiurato solo se l’azienda avesse rivisto l’accordo del luglio scorso, che peggiora le condizioni di lavoro e di salario e di fatto prepara la privatizzazione. Di fronte alla chiusura totale della dirigenza ATAC a ridiscutere il piano industriale non ci resta che confermare lo sciopero”, dichiara Gianfranco De Benedictis, dell’USB ATAC.
LO SCIOPERO – “Lo scambio sacrifici in cambio della salvaguardia del carattere pubblico dell’azienda – prosegue De Benedictis – è stato già ampiamente sconfessato dalle ripetute dichiarazioni del nuovo assessore alla Mobilità di Roma Capitale, che ha annunciato la privatizzazione come unica via di uscita”.
“Anche le ragioni che spingono i nostri colleghi del settore privato a scioperare il 15 settembre dovrebbero far riflettere su cosa significhi la privatizzazione. Noi non vogliamo finire come loro -avverte il rappresentante USB – semmai lo sciopero organizzato insieme è per rivendicare che a loro siano riconosciuti quei diritti minimi di cui ancora godiamo noi di ATAC e che invece vogliono sottrarci”.
“Sulla problematica della sicurezza e del nuovo ‘Manuale del Conducente’ redatto da ATAC siamo invece al paradosso. Qui in ballo non ci sono solo le condizioni di lavoro – incalza il sindacalista – ma anche la sicurezza dei lavoratori e dell’utenza. Così, mentre si invocano i diritti degli utenti, che sarebbero lesi dalla nostra legittima protesta, li si dimentica un attimo dopo quando gli autisti scioperano per difendere la sicurezza degli utenti, messa a repentaglio dalle nuove regole imposte da ATAC. Una contraddizione evidente, che svela tutta l’ipocrisia di chi vuole tapparci la bocca.”, conclude De Benedictis.