Sono ben 12 i candidati alla poltrona di sindaco, sette oltre i cinque maggiormente accreditati, anche se la sorte di Stefano Fassina è ormai nelle mani del Tar dopo l’inammissibilità delle sue liste SinistraItaliana/Sel decretata dalla Commissione Elettorale. Di Simone Di Stefano della destrissima Casa Pound abbiamo già scritto così come di Mario Aninolfi con la sua lista per La Famiglia di chiara ispirazione cattolico/integralista che potrebbe ottenere qualche consenso in più da quel mondo dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili. Ma in lizza ci sono anche i Comunisti che non sono nè quelli di Rifondazione nè quelli del PdCi fondato da Armando Cossutta da una costola del partito che fu di Bertinotti e che per queste comunali convergevano su Fassina. Questi invece sono i Comunisti Sinistra Popolare, nati nel giugno 2009 con l’espulsione di Marco Rizzo dal PdCi e con l’immediata costituzione in partito di un gruppo organizzato di militanti.
ALESSANDRO MUSTILLO – Il loro candidato a Roma è il più giovane di tutti i concorrenti e si chiama Alessandro Mustillo, di anni 26, che nasceva proprio nell’anno della Caduta del Muro di Berlino. Lui, Mustillo, le sue liste regolari le ha presentate pur non avendo, almeno si suppone, apparati di amministratori già collaudati. Anzi, il 50% dei suoi candidati sono sotto i 35 anni: ragazze e ragazzi che si sono distinti in questi anni per la loro militanza, per le lotte portate avanti nelle scuole, nelle università e nei quartieri popolari. Già segretario nazionale della Gioventù comunista, aveva presentato a gennaio la sua candidatura nell’ex sezione del Pc Esquilino a via Galilei con lo slogan, “Non basta un cambio, serve una rivoluzione”.
IL PROGRAMMA – Ovviamente al centro del suo programma le questioni sociali: dalla casa alla difesa del salario accessorio, alla condizione delle periferie, fino ai trasporti urbani e la netta contrarietà alla candidatura alle olimpiadi di Roma 2024. Insomma un Mustillo più vicino al socialdemocratico Sanders in Usa e al “vecchio” Corbyn del Labour britannico che alle “narrazioni” di Vendola o alle competenze economiche di Fassina. Dopo la bocciatura delle liste Fassina, appunto, il candidato comunista faceva notare che se quelle liste non venissero riammesse i Comunisti rimarrebbero in lizza come l’unica formazione veramente di sinistra/sinistra. Semplice constatazione o una speranza? I sondaggi a Mustillo nemmeno lo considerano e mettono la sua lista fra quel 2% di “varie”, ma Alessandro va con il suo simbolo un po’ retrò con la Falce e il Martello su sfondo rosso senza nemmeno un filo di Tricolore (foto in pagina).
Giuliano Longo