“Tra i parigini c’e’ incredulita’ e grande
commozione. E’ come se in Italia fosse accaduto qualcosa al
Colosseo”. Cosi’ Giulia, architetto romano da otto anni residente
a Parigi, commenta alla ‘Dire’ l’incendio che ieri ha devastato
gran parte della Cattedrale di Notre-Dame. Il fuoco ormai e’
stato spento, assicurano i pompieri, ma i danni sono ingenti: il
tetto e’ crollato – il telaio che lo sosteneva, anche noto come
‘foresta’ lignea, non ha retto alla furia delle fiamme – cosi’
come la guglia principale. Persi per sempre anche i rosoni e le
vetrate colorate, esplose a causa del calore. Ma nella tarda
serata di ieri il presidente Emmanuel Macron ha garantito alla
nazione che la cattedrale “verra’ ricostruita”. E la stampa
locale riferisci che ingenti donazioni stanno gia’ arrivando da
tutto il mondo. La municipalita’ di Parigi ha mobilitato 50
milioni di euro, e il sindaco Anne Hidalgo ha convocato per oggi
una Conferenza per incontrare i donatori internazionali in vista
della ricostruzione.
“Ho saputo dell’incendio mentre ero ancora al lavoro, ma non
ho trovato confusione per rientrare a casa” prosegue Giulia.
“Solo la fermata della metropolitana prossima alla Cattedrale e’
stata chiusa. Il fumo tuttavia era visibile da ogni angolo di
Parigi, con gli amici – francesi e non – ci siamo scambiati
decine di foto e video”.
L’architetto prosegue: “La cosa piu’ assurda e’ che tutti
hanno subito pensato a un attentato terroristico: ormai il
pensiero va subito a quello”. Sulle cause dell’incendio la
procura ha aperto un’inchiesta per disastro colposo. L’ipotesi
piu’ diffusa e’ che si sia verificato un cortocircuito nella zona
del cantiere, dal momento che la cattedrale era gia’ oggetto di
interventi di ristrutturazione. Ma quando le fiamme si sono
sviluppate, la struttura era vuota, e nessuno e’ rimasto
coinvolto.
“Dopo tutto quello che e’ successo a Parigi negli ultimi
tempi, tra attentati, manifestazioni dei gilets jaunes, le
tensioni sociali, questo incidente proprio non ci voleva”
prosegue Giulia, osservando che a determinare il forte shock “e’
anche il fatto che Notre-Dame e’ sempre stata considerata una
struttura eterna, nonche’ una delle poche testimonianze dell’arte
gotica rimaste. Tutti parlano della ‘profezia’ di Victor Hugo, ma
c’e’ anche tristezza tra i cristiani per la Settimana Santa che
e’ cominciata”.
Ieri notte, mentre i cieli dell’Ile de la Cite’ erano
illuminati dalle fiamme che si alzavano da Notre-Dame, migliaia
di parigini sono scesi in strada per piangere e pregare per la
salvezza di uno dei gioielli piu’ importanti del patrimonio
artistico e dell’identita’ della Francia. “Tutte le campane delle
chiese della citta’ stanno suonando” ha scritto in un tweet
Gerard Araud, l’ambasciatore statunitense in Francia. Centinaia i
messaggi di incoraggiamento indirizzati all’Esagono: da Papa
Francesco a Donald Trump. Gli internauti francesi sono rimasti
molto colpiti anche dal tweet del teatro veneziano de La Fenice,
a cui tocco’ la stessa sorte nel 1996: “Siamo stati assaliti dal
fuoco, ma dal fuoco siamo risorti piu’ forti di prima. Siamo al
vostro fianco, amici, non temete”.
Secondo gli esperti la ricostruzione richiedera’ non meno di
dieci anni, ma stamani l’ex-ministro della Cultura Jack Lang e’
intervenuto dichiarando “bisogna darsi un termine piu’ breve. Ne’
dieci ne’ quindici anni, bensi’ tre” ha detto.