Dura contestazione in Assemblea capitolina dei lavoratori della Roma Multiservizi contro l’amministrazione M5S. In particolare, nel mirino dei dipendenti in protesta c’e’ il consigliere pentastellato Roberto Di Palma, uno degli esponenti della maggioranza ad aver seguito maggiormente la vertenza della partecipata e tra i primi a promettere in campagna elettorale e a inizio consiliatura l’internalizzazione dei lavoratori: “Buffone, buffone”, il grido che si e’ levato dal pubblico durante il suo intervento.
“Il nostro intendimento era di rendere Multiservizi al 100% di Roma Capitale, ora il senno di poi ci avrebbe indicato di essere forse un pochino piu’ cauti ma e’ anche vero che la normativa era in evoluzione e con il decreto Madia li scopo principale era di ridurre le societa’”, le parole di Di Palma. Percio’, ha spiegato, “abbiamo fatto una valutazione: l’internalizzazione nella Madia non e’ vietata ma e’ molto complessa, per questo abbiamo scelto una tipologia di societa’ al 51% di Roma Capitale e al 49% di un partner privato, diventando di primo livello e mantenendo unita la compagine lavorativa. Con questo pensiamo di offrire il miglior servizio alla citta’ e riteniamo che fosse la scelta piu’ giusta da fare”.
“L’acuirsi della vertenza Roma Multiservizi conferma la grave crisi che sta vivendo il sistema delle partecipate di Roma Capitale. Oggi siamo nuovamente in Piazza del Campidoglio per sostenere le ragioni dei lavoratori.
Quella di Multiservizi e’ solo la punta dell’iceberg. Non e’ piu’ rinviabile il confronto con le organizzazioni sindacali per affrontare il destino di tutte le partecipate e dei servizi pubblici”. Cosi’ Natale Di Cola, segretario di Cgil Roma e Lazio presente al consiglio straordinario sul tema.
“Ama – aggiunge – e’ ancora senza guida e non ha approvato i bilanci degli ultimi due anni, a rischio sono pure i lavoratori di Roma Metropolitane, incerto il futuro di Farmacap. Solo per citarne alcune. Diventa sempre piu’ difficile non vedere quanto si stia restringendo lo spazio pubblico e i rischi che si profilano, con appetiti privati che a tutto puntano tranne che agli interessi dei romani. Ma la Giunta Raggi ha ancora la possibilita’ di prendere in mano la situazione, affrontarla con le forze sane, abbandonando ideologismi e contrapposizioni aprioristiche. La crisi delle partecipate e’ una crisi economica vera e propria. Le aziende e il loro indotto sono un patrimonio che rischia di disperdersi. Di fronte a noi c’e’ una scelta, e la Sindaca puo’ decidere da che parte stare: tutelare il patrimonio pubblico e rilanciarlo, o lasciarlo in balia di questa crisi, senza governarla per provare ad invertire la rotta. Se l’immobilismo della amministrazione dovesse permanere, non escludiamo l’unificazione delle tante vertenze aperte su questo tema e quindi la mobilitazione generale sul declino della Capitale”, conclude.