Nicola Santoni scagiona Gigi Buffon, Fabio Cannavaro e Rino Gattuso e ridimensiona il presunto coinvolgimento dei tre azzurri campioni del mondo nel 2006 nel nuovo scandalo del calcioscommesse. È il suo avvocato, Lorenzo Tomassini, a precisare in una nota che l'ex preparatore atletico dei porteri del Ravenna, molto amico di Cristiano Doni e arrestato insieme all'attaccante dell'Atalanta il 19 dicembre scorso su mandato della Procura di Cremona, “non ha mai conosciuto i predetti calciatori né con gli stessi ha mai avuto alcun rapporto, nemmeno indirettamente”.
Era stato lo stesso Santoni, come risulta da un'intercettazione ambientale del 30 settembre scorso, a stigmatizzare Buffon, Cannavaro e Gattuso, definendoli “malati” per le scommesse. Ma nell'interrogatorio sostenuto davanti agli inquirenti cremonesi, Santoni chiarisce di non averli mai conosciuti: se ho fatto i loro nomi, è il ragionamento del calciatore, è accaduto in un contesto colloquiale. Così tocca allo stesso Procuratore capo di Cremona, Roberto di Martino, sgombrare il campo da ogni polemica escludendo collegamenti tra i tre azzurri e l'affaire delle combine: “Non è emerso nulla che riconduca a questi tre calciatori”. Perché una cosa è scommettere, altra cosa è condizionare il risultato delle partite. “Alla Procura di Cremona – puntualizza ancora Di Martino – non interessano le scommesse o chi le fa ma interessano se alla base delle scommesse vi sono delle frodi sportive”.
Dello stesso avviso Giancarlo Abete che dice basta con gli scandalismi. Per il presidente della Federcalcio, “bisogna cercare di essere attenti a salvaguardare l'immagine e il prestigio di persone che l'hanno guadagnato nel corso degli anni, evitando che chiacchiere neanche da bar tra determinate persone possano assurgere alla dimensione di una notizia”.
La Figc vuole però vederci chiaro. Tanto che l'avvocato Ettore Traini si reca in procura a Cremona in rappresentanza della Procura Federale per acquisire copia del faldone di inchiesta che sarà esaminato dal procuratore Stefano Palazzi. La giustizia federale si sta dunque muovendo, anche se “responsabilità eventuali – tiene a sottolineare ancora Abete – possono essere oggetto di un iter presso gli organi disciplinari solo quando ci saranno fatti nuovi, certi e provati, non per sentito dire in telefonate tra indagati”.
Nel frattempo prosegue a pieno ritmo l'attività della Procura di Cremona. Gli inquirenti stanno cercando riscontri sulle presunte combine che avrebbero interessato una decina di incontri, comprese tre partite di serie A. È il giocatore del Piacenza Carlo Gervasoni a raccontarlo nel corso del suo interrogatorio di ieri. Il calciatore fa mettere a verbale anche di un accordo preso con Doni su un rigore calciato dall'attaccante neroazzurro durante il match Atalanta-Piacenza del 19 marzo scorso. Un atteggiamento di “piena collaborazione”, quello di Gervasoni, riconosciuto dal gip Guido Salvini che ha disposto per lui la concessione degli arresti domiciliari. Dopo Doni e Santoni, anche Gervasoni torna a casa.