Olimpico, sistema di afflusso per le curve: meno posti, più controlli

Ecco il nuovo modello organizzativo per la sicurezza dell'impianto: new jersey e prefiltraggio con corridoi specifici

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«Da 8.700 a 7.500 posti». Questa la riduzione prevista per la prossima stagione per le curve dello stadio Olimpico. Ad annunciarlo è il questore di Roma, Nicolò D’Angelo, nel corso della conferenza stampa sul nuovo modello organizzativo per la sicurezza dell’impianto, in vista della nuova stagione calcistica.

IL MODELLO – Questo modello, approvato in condivisione con il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, è contenuto nell’ordinanza di servizio firmata dal questore all’indomani della pubblicazione del calendario di Serie A. «Vuole correggere le tre criticità rilevate, di carattere strutturale, gestionale, ambientale – rivela D’Angelo -. Speriamo di avere già a inizio campionato una riduzione della capacità delle curve».

Dovrebbe quindi essere tutto pronto per l’avvio di campionato che il 23 agosto vedrà la Lazio ospitare il Bologna. Per il questore «la situazione attuale è inaccettabile» dal momento che ci troviamo di fronte a «un mostro a sette teste in curva», con «continui scavalcamenti, settori pieni e corridoi ingombrati che mettono a repentaglio gli interventi di sicurezza».

Le misure prevedono che «al centro e ai lati delle curve Nord e Sud non sosterà più nessuno» grazie a un grande corridoio protetto da new jersey alti 2,20 metri e sorvegliato da file di steward, mentre sulle fasce sarà creato maggiore spazio in cui sarà vietata la sosta dei tifosi. Tutto questo quindi eviterà sovraffollamenti e tutto sarà sotto controllo, quindi nessun pericolo o traffico illecito, il tutto con l’aiuto delle due società.

INTERVENTI – Gli interventi quindi «miglioreranno la redistribuzione degli spettatori e degli steward, grazie anche all’irrigidimento del prefiltraggio con corridoi specifici». Per fare ciò, ha spiegato sempre D’Angelo, «è stato richiesto e ottenuto dalle società uno sforzo per migliorare questo servizio grazie al programma “Fan project”».

In aggiunta, «auspichiamo un miglioramento della videosorveglianza con l’installazione di pannelli biometrici». Il questore ha poi evidenziato che lo stadio Olimpico «non si presta assolutamente ai controlli esterni dal punto di vista logistico, poichè collocato in una posizione che non consente alle forze dell’ordine una perfetta visione di sera con il buio e la vegetazione».

Ecco perchè secondo D’Angelo «lo stadio deve stare al passo con i tempi». A Roma, infatti, «si verifica tutto quello che non deve essere fatto nella curva di uno stadio». Una situazione «non soddisfacente nonostante gli sforzi del’autorità di pubblica sicurezza». Eppure «non si tratta di un problema di agibilità dello stadio, data in base a parametri come il tipo di costruzione e la staticità, ma c’è la necessità di ridurre il numero degli spettatori per motivi di ordine pubblico. Ecco perchè – ha concluso D”Angelo – dobbiamo andare verso stadi più piccoli e confortevoli».

I DATI – La stagione che si è conclusa ha fatto registrare un aumento del dato generale degli incontri con feriti nelle 47 partite monitorate dalla Roma (da 4 a 8) e una conferma per i 45 incontri esaminati dalla Lazio (2). Dati che vanno letti in confronto con la riduzione media a livello nazionale di circa il 20% degli incidenti in serie A, cui si aggiunge l’incremento dell’uso delle forze di Polizia, soprattutto per le gare della Roma, passato da 9.424 a 13.040 unità».

È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, diffusa questa mattina a Roma durante la conferenza stampa convocata sul nuovo modello organizzativo per la sicurezza dello stadio Olimpico in vista della prossima stagione calcistica. Per quanto riguarda i Daspo, nella scorsa stagione sono stati 184, a fronte degli 80 di quella precedente.

«Nei primi sette mesi del 2015 – ha spiegato il questore D’Angelo – ne sono stati notificati 98, mentre nel solo mese di luglio si è raggiunta la cifra di 70 provvedimenti relativi anche agli scontri in occasione del derby Roma-Lazio del 25 maggio scorso».

A questi si aggiungono 11 persone identificate per le violenze in occasione dei blocchi a Casale San Nicola durante il trasferimento di migranti. Sono 24, inoltre, gli identificati per gli incidenti causati dai tifosi laziali in Belgio, sui quali sono stati acquisiti i verbali della Polizia di Bruxelles in occasione dell’amichevole con l’Anderlecht: per loro è previsto il Daspo internazionale.

Infine, sono 180 le sanzioni amministrative comminate, per un totale di 30mila euro. Ampio il ventaglio dei reati contestati: scavalcamento, accensione fumoni, rissa, possesso di artifici pirotecnici, contravvenzioni al Daspo, porto abusivo di armi, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, minacce e violenza nei confronti degli steward, esposizione di striscioni e cartelli “violenti” o con ingiurie e minacce. In particolare lo scorso campionato si è contraddistinto per il superamento della strategia del contatto fisico con le cosiddette “puncicate”, e un maggiore ricorso a petardi e ordigni ad alto potenziale esplosivo, oltre che al lancio di molotov contro le forze dell’ordine. Un vero e proprio «salto di qualità» del livello di violenza all’esterno dello stadio.

«A fine campionato abbiamo aperto anche un’indagine su 7-8 steward – ha detto il questore – che a volte non hanno fatto il loro dovere per colpa di mancati interventi, ad esempio durante scavalcamenti di settore» all’interno dell’impianto.

Fonte Dire

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