La Roma entra nella storia. Vincono 1-0 i giallorossi in casa contro il Chievo, conquistando la decima vittoria nelle prime dieci giornate, al termine di una partita che sembrava ormai compromessa fino a venti minuti dalla fine.
Garcia rispetta le attese e inaugura, nella seconda gara delle tre a distanza ravvicinata, il turnover tanto atteso. Dodò è infatti titolare sulla fascia sinistra al posto di Balzaretti, mentre in avanti riposa Florenzi, che lascia spazio al tridente formato da Marquinho, Ljajic e Borriello.
La gara però non decolla nel primo tempo. I giallorossi tengono costantemente il pallone, mentre il Chievo preferisce rintanarsi, chiuso in cinque davanti all’area di rigore, per poi ripartire.
Il più attivo è sicuramente Marquinho, che prova un paio conclusioni da fuori, mentre è Borriello a fare a sportellate per raccogliere i cross di Torosidis. In chiaroscuro Ljajic, sempre pronto a saltare l’uomo ma mai realmente incisivo nell’ultimo passaggio, tanto che nemmeno la punizione di Pjanic al 40’ riesce a sbloccare il risultato, centrando in pieno volto il povero Hetemaj costretto a ricorrere alle cure dei medici.
La ripresa inizia ancora sottotono. La Roma prova a spingere, ma il Chievo continua a reggere l’urto, bloccando ancora i cinque difensori nella propria trequarti e imbrigliando i giallorossi in una serie vicoli ciechi, nei quali si perdono Dodò e Torisidis.
Al 22’ però cambia tutto ed esplode il carattere della Roma. Il neo entrato Florenzi vince di forza un duello con Frey sul lato corto dell’area di rigore e indirizza al centro un pallonetto perfetto per Borriello, che colpisce di testa e non manca l’appuntamento col gol.
A questo punto è tutto facile per la Roma e che la ruota abbia iniziato a girare, lo si capisce pochi minuti dopo, quando il guardalinee ferma per fuorigioco Paloschi, atterrato in area da Benatia, in recupero maldestro su un errore di De Sanctis.
I minuti finali sono pura cronaca: il Chievo passa a quattro e prova il tutto per tutto, ma è la Roma a tenere il pallino del gioco e a chiudere in attacco.
(Foto Roberto Tedeschi)