«Le prime volte Totti e De Rossi mi guardavano strano: “Cosa vuol dire ‘sto lei”, facevano. Poi si sono abituati». Una lunga confessione dell’arbitro Daniele Orsato – quello che ha arbitrato la discussa finale di Coppa Italia all’Olimpico – alla Gazzetta dello sport, rivela retroscena e curiosità di un mondo, quello arbitrale, che spesso in Italia è causa di polemiche e controversie.
SEGRETI – Il fischietto di serie A risponde a diverse domande di questa lunga intervista, rivelando come nel caso di Totti e De Rossi la loro innata simpatia e cordialità, tanto da volersi rivolgere al direttore di gara in modo più amichevole, che con il distaccato “lei”.
L’arbitro ha raccontato che quando scende in campo si trasforma, mentre nella vita di tutti i giorni ha un carattere più tranquillo, ma ora ammette che «negli ultimi anni per fortuna sono diventato più tollerante. Ecco, devo ancora migliorare, non solo in questo aspetto. Mai considerarsi arrivato. Come ricorda spesso Pierluigi Collina, la partita più importante è la prossima».
L’INTERVISTA – La lunga chiacchierata con Orsato aiuta anche il lettore ad entrare nel mondo arbitrale, a mettersi un po’ dalla loro parte. E quel “lei” che bisogna darsi in campo è solo una forma di rispetto verso il campione e verso il giovane, e nei confronti dell’arbitro è una sorta di rispetto dei ruoli.
E sulle critiche Orsato è pronto ad accettarle se fatte con un determinato criterio, in campo per tanti motivi può capitare di sbagliare e i giocatori lo sanno bene, un po’ meno i tifosi. Orsato comunque e tanti colleghi hanno un segreto: «Lavorare sui limiti. Ognuno deve restare fedele alle proprie caratteristiche, migliorandosi».
(Foto Tedeschi)
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