La prima Conferenza dei Servizi sta esaminando il piano presentato per il nuovo stadio della Roma al Campidoglio, e Andrea Santoro, presidente del Municipio IX, prende posizione dicendo la sua su Facebook. «Noi chiederemo di modificare il progetto, perché questa opera può diventare un’occasione di sviluppo ma deve prevedere nel nostro territorio la riqualificazione dei sistemi di mobilità, delle infrastrutture viarie e dell’ambiente». M ci potrebbe volere ancora un mese prima di avere risposte certe.
PAROLA A PANNES – E sempre oggi a Tele Radio Stereo ha parlato Mark Pannes, consigliere d’amministrazione della Roma, proprio sullo stadio: «Crediamo fortemente in questo obiettivo di cui molti ridevano. Si tratta di un business e dobbiamo tener conto degli aspetti finanziari coinvolti, ma di sicuro la passione dei tifosi non verrà intaccata da questi».
STADIO SÌ, STUDIO NO – Per l’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Giovanni Caudo: «Lo stadio in sè va bene – ha spiegato – lo studio di fattibilità è un progetto serio ma è un po’ semplicistico. I termini della legge dalla presentazione dello studio scadranno il 27 agosto, essendo stato presentato il 29 maggio. Contiamo di farcela per quella data».
L’INCONTRO – «Ho incontrato l’architetto Daniel Libeskind e il costruttore Luca Parnasi. Abbiamo avuto una conversazione di due ore e sono stato molto chiaro: vogliamo essere certi dell’utilità pubblica dell’opera. Vogliamo certezze sulle volumetrie da aggiungere e che il nuovo parco sia fruibile dai romani». A parlare è il sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervistato a Radio Roma Capitale.
NUOVI EDIFICI – «Libeskind – ha aggiunto il primo cittadino – mi ha mostrato i progetti degli edifici che sta realizzando nel mondo. Il suo approccio è quello di studiare con il Comune di Roma nuovi edifici, da affiancare allo stadio (di Dan Meis, ndr), nell’interesse della città e di modulare il disegno per farne un’opera al servizio di Roma e nel rispetto della sua impronta culturale. Non farà edifici adatti a città come Seul o New York, ma legati alla cultura di Roma».
TRASPORTI E INFRASTRUTTURE – «Inoltre – ha concluso Marino – servono trasporti pubblici e una metro di superficie. La loro idea di far arrivare allo stadio circa 19.000 spettatori con i motocicli per noi non è accetabile. Abbiamo deciso, dunque, che ci rivedremo a breve con le risposte per vedere se il progetto è di pubblica utilità. Non ci sfugge che questa opera porta lavoro per 2 miliardi di euro. Ma tutto deve avvenire nell’interesse dei romani».
GLI STEP – Le conferenze dei servizi servono per raccogliere pareri, poi entro fine agosto la delibera che dovrà essere approvata dalla Giunta prima e dall’aula Giulio Cesare poi e poi superato questo step il progetto passerà alla Regione Lazio e successivamente alla conferenza dei servizi decisoria che dovrà esprimersi entro ulteriori sei mesi. Infine l’ultimo passaggio (nella migliore delle ipotesi tra 8 mesi), che sarà quello della convenzione urbanistica in cui verranno definiti gli step della realizzazione definitiva del progetto.
PARERI – L’obiettivo è quello di vedere l’inaugurazione dello stadio nella stagione calcistica 2017/18, anno in cui tra l’altro scadrà il mandato della Giunta Marino. I pareri raccolti sulla pubblica utilità del progetto sarebbero stati più o meno concordi su degli aggiustamenti che comunque non ne stravolgerebbero la stesura iniziale: premi di cubatura troppo alti e più in generale costi d’insieme eccessivi, compreso lo stadio stesso (254 milioni).
Non ci sarebbero pericoli di esondazione a Tor di Valle mentre qualche rischio potrebbe esserci nelle strade di accesso verso lo stadio, ossia nelle zone limitrofe al depuratore Acea a sud di Tor di Valle verso il Gra. La struttura dello stadio, infine, secondo i tecnici dovrà essere più rialzata rispetto alle previsioni iniziali. Insomma pareri anche discordanti sui fondi da impiegare, a carico di chi e se possano avere un’altra destinazione più utile a livello sociale.
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