AS Roma, per il nuovo stadio c’è il blocco della regione

Il problema sorge sullo svincolo stradale Roma-Fiumicino. Urge una soluzione prima del 27 agosto

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Uno stop al progetto per la costruzione dello stadio della Roma a Tor di Valle potrebbe essere arrivato dalla Regione Lazio. E lo stop in questione potrebbe non essere di poco conto.

I MOTIVI DEL BLOCCO – L’allarme è stato lanciato dall’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Giovanni Caudo, il quale durante una conferenza stampa in Campidoglio ha spiegato che “venerdì scorso ci è stato posto un problema dalla Regione, che ci ha chiesto di trovare una soluzione alternativa allo svincolo sulla Roma-Fiumicino, svincolo insito in una delle poche aree protette il cui perimetro è già stato riconosciuto dal Consiglio regionale. Per cui per intervenire servirebbe il parere del ministero competente, altrimenti sarebbe bastato un atto del presidente della Regione”. L’area protetta in questione è la Tenuta dei Massimi, che comprende al suo interno, tra le altre cose, sia l’ospedale dei Cavalieri di Malta, sia un’antica villa dei Papi. “Per questo motivo – prosegue Caudo – ho chiesto al proponente di individuare una soluzione alternativa, in assenza della quale il progetto non può andare avanti. È impensabile che l’unico accesso allo stadio sia la via Ostiense”.

Nonostante le riserve spesso avanzate da Caudo sulla fattibilità del progetto sembra ora che sia solo questa la criticità maggiore emersa durante la conferenza dei servizi per la pubblica utilità del progetto, aperta il 31 luglio (e non ancora chiusa), a cui hanno partecipato i 5 dipartimenti comunali interessati (Urbanistica, Ambiente, Trasporti, Commercio e Sport) e 18 enti esterni. Affermazioni che giustificano la conferenza stampa agostana convocata in tutta fretta dall’assessore e che per ora non trova conferme dalla Regione. Nel corso della conferenza dei servizi sono state avanzate altre prescrizioni, tra cui il pericolo esondazione all’altezza del fosso di Valleranello, nel lato esterno della struttura verso il Gra. Problema comunque facilmente aggirabile con “l’innalzamento degli argini del canale”.

ALTRI GRATTACAPI – Altre prescrizioni sono sempre quelle relative alla viabilità (congiungimento via Ostiense con la via del Mare) e al trasporto pubblico (potenziamento Roma-Lido). Tuttavia, a questo punto il vero nodo da sciogliere rimane quello avanzato dalla Regione Lazio. Se non si individuerà una soluzione alternativa nei prossimi giorni, la giunta non potrà’ stilare la delibera entro il 27 agosto (data di scadenza dei 90 giorni dalla presentazione dello studio di fattibilità). L’assessore Caudo è comunque ottimista anche se in precedenza obiezioni sono state sollevate dal municipio e dalla maggioranza capitolina sostenuta da una campagna del Messaggero di Caltagirone che per primo si è fatto paladino delle posizioni degli ambientalisti di Legambiente, contraria all’opera. Una situazione dove evidentemente si intrecciano interessi milionari con il valore aggiunto politico che con la costruzione dell’opera potrebbe derivare al Sindaco e alla sua amministrazione. Se come afferma Caudo occorre essere ottimisti mentre i lavori della conferenza dei servizio procedono, risulta singolare e diversamente interpretabile sotto il profilo politico l’esternazione dell’assessore. Obblighi di trasparenza o sottile gioco politico allo scarica barile?

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