Ci sono storie di cuore, di pancia, storie che a volte è difficile comprendere. Giocatori che non vogliono lasciare Roma, dirigenti che non vorrebbero cedere calciatori importanti, ma poi ci sono anche le necessità del club e dei ragazzi stessi. Il punto a volte è capire bene le motivazioni.
CASO BENATIA – Chissà quante domande si stanno facendo i tifosi. Prima sembrava che fosse tutta colpa di Benatia, che lui volesse lasciare la Roma per una questione economica, e ora è lui stesso a dire che è stato venduto per una necessità del club. Inutile negare che la Roma con lui ci ha guadagnato dei bei soldini, utili per fare cassa e comprare qualche altro giocatore.
Intuile negare però che con un solo anno alla Roma, Benatia è arrivato – udite udite – al Bayern Monaco. La Roma avrà fatto i soldi, ma di certo lui non ci ha rimesso in fatto di stipendio e di prestigio, perchè dell’aumento offerto da Sabatini non si è voluto accontentare. Meglio tenersi in casa un giocatore insoddisfatto? O venderlo nel momento più opportuno visti i fatti?
«Loro volevano tenermi, ma c’era bisogno di cedermi per far cassa e ciò mi ha infastidito, perché volevo restare» le parole di Benatia che poi ha aggiunto «sono felice di essere al Bayern. Mi piace molto Monaco, anche se qui fa un po’ freddo». Magari sarebbe bastato solo un grazie alla Roma e a Sabatini per l’opportunità di crescita (non poca sotto ogni profilo).
E poi quando il difensore parla di Totti nell’intervista dice: «In allenamento non potevo mai effettuare tackle a un giocatore come Totti perchè avevamo bisogno di lui ogni settimana. Ora andrà diversamente però». Le risposte? Arriveranno tutte in Champions League.
TIN JEDVAJ – Gli amori sbocciano anche in poco tempo. Tra Tin Jedvaj e il Bayer Leverkusen sembra ci sia stato un colpo di fulmine. Poche settimane e la Bundesliga è entrata nel cuore del giocatore della Roma in prestito al club tedesco. A quanto pare, secondo i media locali, il 18enne centrale croato pare abbia espresso il desiderio di restare al Bayer a titolo definitivo, e quindi anche dopo questo prestito di due anni approvato dalla Roma.
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