La Roma è tornata a vincere anche se lontano dall’Olimpico, ha respinto il primo assalto della Lazio che comunque resta lì a un passo, ha segnato De Rossi (contenti tutti ma in particolare Totti e Garcia) ma non tutte le chiacchiere si spengono. Se una volta c’era il processo, ora il lunedì è il giorno delle polemiche.
DON FABIO – A parlare del momento della Roma su Radio Anch’io Sport è stato Fabio Capello, che con i giallorossi vinse lo scudetto nel 2001: «Io ho fatto cinque anni a Roma e ciò che sta succedendo adesso è la dimostrazione di quanto sia difficile vincere nella Capitale – spiega il tecnico -. È una piazza magnifica, con un pubblico meraviglioso, che però ti può portare alle stelle e subito dopo nella polvere. È difficile lavorare serenamente».
«In Italia – aggiunge – sarà difficile battere la Juve. Credo che con Allegri la squadra abbia ottenuto quella maturità che ancora le mancava in Europa, ora è pericolosa per tutti. Mancherà Pogba che è un giocatore in grado di fare la differenza e questo è un handicap».
DE SANCTIS – È tornato invece a parlare di quanto successo giovedì in Europa League il portiere Morgan De Sanctis: «Con il Cesena siamo stati bravi in occasione del gol e poi a gestire la partita. Da un momento così delicato se ne esce tutti insieme, la reazione è quella di un gruppo che crede molto in quello che fa ma deve farlo meglio».
«La contestazione di giovedì? – aggiunge – Sono un giocatore della Roma e un consigliere dell’Aic, il Viminale dice che non è contento di aver visto quelle scene ma giovedì potevano avere una comunicazione migliore, nemmeno io a 38 anni e svolgendo al massimo il mio lavoro sono felice di andare sotto la curva per essere insultato e offeso. Lo chiederò nel Consiglio Federale di giovedì, non è bello che passi il concetto che i giocatori abbiano preso da soli la scelta. Noi non siamo stati bloccati».
(Foto Paolo Pizzi per gentile concessione)
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