James Pallotta ha tre punti fermi: Rudi Garcia, Walter Sabatini e la tolleranza zero verso i tifosi. Un po’ come ha fatto Lotito in passato tenendosi stretti quelli che riteneva al momento i punti fermi da cui ripartire, non tenendo conto magari degli umori della folla.
LE SCELTE – Il presidente della As Roma ha spiegato come nè Rudi Garcia nè tantomeno Walter Sabatini siano in discussione, lasciando quindi intendere che la prossima stagione saranno sempre loro al “comando” della squadra, a meno che non decidano di andare via loro a tutti i costi. Insomma la rivoluzione è affidata alla testa e alle azioni di Garcia e Sabatini.
QUESTIONE TIFOSI – Pallotta, dopo la telefonata alla mamma di Ciro Esposito e aver più volte condannato quegli striscioni, ha deciso anche di non fare ricorso per la decisione del Giudice Sportivo di chiudere un turno la Curva Sud dell’Olimpico. Pallotta vuole provare a «cambiare la cultura e sbarazzarmi di chi non si comporta da vero tifoso e cerca solo di portare avanti i propri fini egoistici».
Rudi Garcia e Stefano Pioli intervenuti a un incontro sulla violenza negli stadi organizzato dall’Università La Sapienza di Roma sono d’accordo sul fatto che gli allenatori devono essere un esempio. La differenza sta nel rispetto, nell’individuare e punire i colpevoli di atti che con la tifoseria non c’entrano nulla. Insomma deliquenti e non tifosi.
PALLOTTA PENSIERO – Pallotta ha ribadito ai tifosi che il suo è un progetto a lungo termine, insomma vuole vincere e andare in Champions. «Prenderò sempre e solo le parti di quei veri tifosi che sono la stragrande maggioranza di voi – ha aggiunto -. I veri tifosi possono criticare, ma non fanno mancare il loro supporto alla squadra. Non fanno cori razzisti. Non creano incidenti, non insultano quei giocatori che fanno del loro meglio».
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