È iniziata da circa un’ora davanti al gup Maria Paola Tomaselli, l’udienza preliminare a carico di Daniele De Santis, accusato dell’omicidio di Ciro Esposito. L’ultrà giallorosso è presente in aula su una lettiga per le precarie condizioni di salute. Al suo arrivo, al primo piano della palazzina A del Tribunale di Roma, ‘Gastonè è stato accolto dall’incoraggiamento e dalle urla «Forza Daniele» di alcuni suoi amici e parenti.
L’UDIENZA – A rischiare di finire a processo, se il gup dovesse decidere per il rinvio a giudizio, oltre a De Santis, sono Gennaro Fioretti, Alfonso Esposito. Per tutti i pm Eugenio Albamonte e Antonino De Maio, hanno chiesto il rinvio a giudizio. “Non mi hanno mai chiesto scusa, ma non è a me che devono presentare le loro scuse. Dovranno spiegarlo a Dio, un giorno, quello che hanno fatto”. Così Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, presente in tribunale per seguire l’udienza preliminare di Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato dell’omicidio di Ciro. “Vedere De Santis in aula, stamattina – ha detto la donna- è stato doloroso. E’ stato come quando è nato Ciro. Un dolore simile a quello di quando l’ostetrica ti prende il figlio appena nato”. “Non c’è mai stato nessun segnale di pentimento in nessuna delle persone accusate”, ha invece commentato l’avvocato Pisani, difensore di parte civile della famiglia Esposito.
LA MADRE DI CIRO – «Vedere De Santis, questa mattina, è stato per me molto doloroso….doloroso come quando è nato Ciro. Un dolore simile a quello di quanto l’ostetrica ti prende il bambino appena nato». Queste le parole di Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito. «Noi familiari – ha detto Leardi – dobbiamo essere qui anche se c’è tensione in noi. Siamo sempre stati presenti perché questo è un nostro dovere». Questa mattina, prima che cominciasse l’udienza, alcuni amici di De Santis hanno incoraggiato con delle urla ‘Gastonè, all’arrivo in Tribunale, ma Leardi ha detto di non aver sentito nulla. Anche l’avvocato che la assiste nel procedimento, Angelo Pisani, ha affermato: «Qui non c’è mai stato alcun segnale di pentimento da parte delle persone accusate. Dobbiamo tenere alta l’attenzione. Nessuno ha mai chiesto scusa».