Sono arrivati in migliaia i tifosi inglesi da Londra per assistere all’ultimo match del Sei Nazioni contro l’Italia. E lo Stadio Olimpico strapieno ha confermato il successo di uno sport ormai nel cuore anche degli italiani, anche se per la compagine italiana si è tratta di una sonora sconfitta. Finisce infatti con un 52 a 11 per gli inglesi: la debacle italiana prende forma poco dopo l’inizio, che come in altre partite ha dato l’illusione di un gioco accettabile o perlomeno al livello dell’avversario che sbagliava quanto noi.
ITALIA NETTAMENTE INFERIORE – Poi, poco dopo, sono emersi i veri valori in campo e l’Italia, già prostrata da quattro sconfitte ha imboccato la strada della quinta sconfitta su cinque. Se per gli azzurri non mancano le capacità per difendere il proprio spazio ma l’avversario crea diverse occasioni: la vera difficoltà è quella di uscire fuori verso i pali avversari. Si rivelano quindi gravi le poche occasioni create e perse dal team italiano. Come quella al dodicesimo dove non basta la nostra iniziativa per fermare il velocissimo Brown, un episodio per tutti per capire quanto abbiamo sprecato. Piano piano gli inglesi prendono il sopravvento e la difesa italiana mostra la corda, creando chiaramente l’immagine di una brutta partita, piuttosto inconcludente, come testimoniato dal risultato finale.
ITALIA GIÀ FUORI AL PRIMO TEMPO – L’Italia è praticamente già fuori partita alla fine del primo tempo, sul risultato di 17-6 per i britannici. Il secondo tempo sancisce definitivamente il risultato e il cucchiaio di legno per l’Italia in cerca di un futuro migliore. Sugli spalti e fuori dallo stadio è stata comunque grande festa. Per l’occasione la Federazione italiana rugby, anche grazie alle condizioni meteo ideali, ha scelto di venire incontro ai tanti rimasti senza biglietto installando un maxischermo al Terzo Tempo Peroni Village, all’esterno dell’Olimpico, dove ci saranno come da tradizione alcuni stand per il merchandising, la vendita di birra e panini, fino alla possibilità di ballare con tanta e tanta musica ”sparata” a tutto volume dai dj.
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