Ss Lazio, Lotito e i tifosi ai ferri corti: nord vuota e inno ritirato

Olimpico senza ultras fino a fine stagione, Scarcelli si riprende "Non mollare mai". Situazione precipitata dopo il divieto della Questura di introdurre gli striscioni dei perchè allo stadio

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Ss Lazio, contestazione a lotito dei tifosi della curva nord, niente stadio fino a fine stagione. Ritirato l'inno non mollare mai (tedeschi)

Lazio e tifosi ai ferri corti. Mentre “l’ossatura forte” della Curva Nord annuncia che fino alla fine di questa stagione non entrerà più allo stadio per sostenere la squadra, l’autore dell’inno “Non mollare mai” Francesco Scarcelli ritira la canzone che di solito accompagnava l’ingresso in campo dei biancocelesti nei match dell’Olimpico, secondo quanto riporta Lazionews.eu.

NIENTE STADIO – Due situazioni che ovviamente arrivano già dopo mesi di tensione tra una parte dei sostenitori della Lazio e il presidente Claudio Lotito. Il motivo che ha portato gli ultrà biancocelesti a prendere una decisione così drastica è stato il divieto della Questura che domenica sera non ha permesso l’accesso allo stadio Olimpico per il match con il Milan di alcuni striscioni con delle domande rivolte al patron laziale.

I tifosi avrebbero così deciso e annunciato il tutto a Radio Sei come una «scelta difficile e dolorosa». Una scelta però lasciata ad ogni singolo tifoso, che si vede sottrarre anche il semplice diritto di «protestare in maniera civile». Insomma quelli della Nord torneranno all’Olimpico solo il 12 maggio per la festa dei 40 anni dal primo scudetto.

L’INNO SOSPESO – Per quanto riguarda invece Scarcelli la sua scelta annunciata a Radio Manà Sport, perchè il brano non è stato più messo allo stadio dalla gara con la Juve: «Chiunque esprima un pensiero contrastante, viene messo alla berlina e allontanato da questi colori, allora “Non Mollare Mai” non è l’inno adatto per questa dirigenza» ha detto ai microfoni della radio romana Scarcelli che poi ha aggiunto: «Questo presidente ha calpestato la dignità di un popolo intero e io non voglio assolutamente che il mio nome possa essere, anche minimamente, accostato a questa persona».

Insomma la Questura ha bloccato il “Gioco dei perchè” con le 10 domande al presidente, striscioni poi esposti fuori lo stadio, con quesiti sul rapporto con i tifosi, sulle spese per la Salernitana, su un aumento di capitale.

CONTRO SEEDORF – La tifoseria se l’è anche presa come annunciato anche con Seedorf, reo secondo i biancocelesti di una mancanza di rispetto da parte dell’allora ex giocatore del Milan in occasione della morte di Gabriele Sandri. Seedorf non indossò il lutto al braccio perchè ha spiegato «in quel momento non si sapeva cosa fosse successo», ma Cristiano Sandri, fratello di Gabbo, ha replicato «dietro il grande giocatore, c’è un piccolo uomo».

Il rischio era però che se tra fischi, ululati e insulti il Giudice Sportivo ci avesse visto lo stampo razzista ci potevano essere delle sanzioni gravi come la squalifica di alcuni settori dello stadio, per ora il pericolo è scongiurato, solo – si fa per dire – 40.000 euro di multa, oltre ai 10mila per il laser, perchè i cori «sembravano indirizzati più alle singole persone».

Ma in ogni caso chi ci perde in questi casi è solo il calcio, perchè vedere lo stadio vuoto da una parte e sentire fischi e contestazioni dall’altro non è lo spettacolo a cui vogliamo assistere.

(Foto Tedeschi – archivio)

 

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