Nei momenti bui sono spesso le individualità di un campione a cambiare, in un senso o in un altro, una partita. E’ il caso di Lazio-Cagliari e il campione, neanche a dirlo, è Miroslav Klose. Il tedesco torna il calciatore ammirato nelle ultime due stagione e in otto minuti indirizza i tre punti verso la capitale. L’atmosfera tesa all’Olimpico era percepibile già prima della sfida con i tifosi che hanno esposto striscioni e cori per incitare la squadra a tirare fuori gli attributi.
Petkovic, con l’ombra di Reja, Di Matteo e Mihajlovic alle spalle, sceglie la linea giovane e tiene in panchina i senatori Gonzalez, Ledesma e Hernanes, quest’ultimo oggetto di bordate di fischi alla lettura delle formazioni. La linea verde non paga. Troppa la tensione, l’undici in campo è spaventato e tremendamente timido e la prima frazione scorre senza brividi con un gioco troppo prevedibile per essere vero. Lo stadio non approva e fischia sonoramente la squadra. L’intervallo porta consiglio a Petkovic che butta nella mischia Miroslav Klose e Ciani.
Il tedesco entra carico, anche per lui era arrivato qualche mugugno durante la lettura delle formazioni, e cerca di svegliare i compagni dall’apatia. Il panzer riesce a rompere l’incantesimo e al primo cross dalla destra vola in cielo e impatta al meglio non lasciando scampo ad Agazzi. Passano otto minuti ed è ancora in numero undici con un’azione personale a costringere Pisano al fallo di mano da cui scaturisce il rigore che Candreva trasforma.
Due lampi di Klose riaccendono così la Lazio che torna a vincere dopo oltre un mese e guarda con meno tensione la sfida di mercoledì contro il Milan. “La squadra viene sempre al primo posto per me. Quando lavoriamo bene siamo una grande squadra, per me è importante tornare in squadra e tornare in forma come ora. Avevo parlato molto con il mister e abbiamo deciso questo insieme” ha sussurrato l’ex Bayern Monaco alla fine del match. Sull’esultanza rabbiosa nessuna polemica: “Sono situazioni in cui bisognava svegliare la squadra e mi è venuta così”.
Le magie del tedesco salvano, per ora, la panchina di Vladimir Petkovic, sperando che la vittoria di stasera possa sbloccare un gruppo apparso l’ombra di quello ammirato nella scorsa stagione. Tanti i dubbi che restano primo fra tutti l’incertezza del modulo e assetto tattico giusto (anche stasera si è iniziato con un 4-3-3 per poi passare ad un 4-4-2). Resta poi l’incognita Hernanes, in panchina per tutti i 90’, senza dimenticare anche gli altri senatori rimasti a guardare. Tutti sono utili alla causa, ma quello che in questo momento conta è solo la squadra.
(Foto Roberto Tedeschi)