Nella sua carta di identità sportiva Sinisa Mihajlovic, serbo di nascita, ha un passato con Vojvodina, Stella Rossa e poi tanta Italia: Roma (’92-’94), Sampdoria (’94-’98), Lazio (’98-2004) e Inter (2004-2006).
Questa la sua carriera di giocatore, centrocampista o difensore a seconda delle esigenze. Dal 2006 ha intrapreso la carriera di allenatore, guidando Inter (come secondo di Mancini), Bologna, Catania, Fiorentina, la Nazionale serba e da pochi giorni è sulla panchina della Sampdoria.
Si era parlato di lui come possibile sostituto di Petkovic, in caso il bosniaco fosse saltato, ma c’era anche da valutare il suo impegno con la Nazionale serba, che ora ha deciso di abbandonare per il club ligure.
Per chi non ricorda bene Mihajlovic basterà ricordare che è ritenuto uno dei grandi specialisti dei calci piazzati, e ha il record di gol su punizioni dirette in Serie A dal 1987, ben 28.
Ma i suoi numeri sono stati anche studiati a Belgrado dall’Università: un suo tiro infatti poteva toccare la velocità di 165 km/h, specie se calciato in una determinata maniera.
Un mancino quindi bravo in difesa, ma abilissimo come realizzatore, e qui basterà ricordare solo una gara: Lazio-Sampdoria del campionato 1998-1999, un 5-2 in cui realizzò tre reti su punizione, eguagliando il record di un altro laziale, Giuseppe Signori.
Con la Samp Mihajlovic realizzò in tutto 15 reti in 128 presenze, con la Lazio 33 gol in 193 partite, in totale in carriera sono 96 marcature e 563 partite.
Strani incroci del destino. E già perchè Sinisa Mihajlovic riabbraccia il club ligure proprio alla vigilia del match di campionato con la Lazio, sua ex squadra. Una formazione biancoceleste in difficoltà con 16 punti in campionato in 12 partite, meno della metà dei punti della Roma che è da sola in testa alla classifica.
Ma la Samp non sta attraversando un periodo migliore: nove punti e un terzultimo posto che è davvero pericoloso. Forse trovandosi davanti la maglia blucerchiata e quella biancoceleste avrà un sussulto al cuore, il passato si materializzerà davanti agli occhi in un secondo, ma al fischio dell’arbitro lo ha detto in più di qualche intervista penserà alla gara, la Lazio sarà una squadra come le altre, in fin dei conti lui è a Genova per salvare la Samp.
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