“Lotito vattene” hanno gridato i tifosi a gran voce allo stadio Olimpico domenica sera nel match contro il Sassuolo, e il presidente biancoceleste, forse senza nemmeno scomporsi troppo, ha risposto «Non vendo».
LA CONTESTAZIONE – Una protesta massiccia, partita da più settori dello stadio con lo slogan “Libera la Lazio”, e che ha oscurato anche la vittoria in campionato della squadra di Reja. Il tecnico goriziano ha scelto di mandare in campo i più “anziani ed esperti” per gestire un clima pesante, e ora tenta l’assalto all’Europa League, per salvare una stagione difficile non certo per colpa sua.
LE NOTE DOLENTI – Mercato insoddisfacente, una Lazio che delude sotto tanti punti di vista (risultati in primis), la cessione di Hernanes e la poca passione del presidente. Questi i punti contestati a Lotito tra cori, striscioni, un corteo prima di entrare allo stadio, ma per fortuna anche incitamenti alla squadra in campo come voleva Reja.
LA RISPOSTA – A Sky il presidente ha apprezzato che Beretta si sia seduto vicino a lui per solidarietà e ha ribadito di non «vendere la Lazio, non ne ho nessuna intenzione, la lascerò a mio figlio». Lotito apprezza le critiche costruttive «si può sempre migliorare, ma non facendo saltare la società».
MA LA SOLUZIONE? – Insomma da una parte bello vedere uno stadio pieno, peccato però che non l’abbiano fatto tutti per la Lazio, ma per contestare il presidente. Protestare, esprimere un’opinione è anche un diritto del tifoso che va allo stadio, l’importante è che non si arrivi alle minacce, che Lotito ha detto di ricevere spesso.
Insomma la critica costruttiva al bar, allo stadio o semplicemente per strada ci sta, ma il muro contro muro non porta da nessuna parte. Per il bene della Lazio servono sia la passione dei tifosi che i soldi del presidente. Sempre e solo per il bene della Lazio.
(Foto Tedeschi)
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