Ss Lazio, tra Lotito e i tifosi ora si mette in mezzo la Lega

«La contestazione diventa rivolta». Dopo le dichiarazioni del presidente, arriva un comunicato della Curva Nord (stadio vuoto, abbonamenti da disdire e stop a prodotti ufficiali) e la presa di posizione della Lega calcio

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Ss Lazio, contestazione della tifoseria della curva nord contro lotito, stadio olimpico disertato. Comunicato della lega serie a di calcio (tedeschi)

Sembra andare verso una direzione di non ritorno la spaccatura tra Lotito e i tifosi della Curva Nord. Un continuo batti e ribatti di comunicati, dichiarazioni, tanto che ora è intervenuta anche la Lega di serie A. Ma andiamo per ordine.

LOTITO – Il presidente della Ss Lazio Claudio Lotito si è lamentato che questa situazione fa male alla squadra, sembra infatti che più di qualche giocatore a Roma con questo clima non si diverte più e se ne voglia andar via. Proprio quando i tifosi hanno ribadito di voler lasciare la curva vuota fino a maggio, quindi per tutte le partite casalinghe rimaste da giocare. Anche con il Parma si prevede uno stadio vuoto. Lotito è stato anche contestato all’Università Lumsa di Roma dove ieri era ospite.

TIFOSI – Gli animi non si placano e arriva anche un comunicato duro della Curva Nord, che invita tutti i tifosi biancoceleste a non andare allo stadio, a disdire abbonamenti tv. Tuttomercatoweb.com riporta l’intero comunicato della tifoseria della Lazio: «Abbiamo riflettuto, ponderato, vagliato tutto. Potrà sembrare strano, anche se storicamente poi è sempre stato così, ma questa situazione non ci ha spaccato come tifoseria (come magari qualcuno si augurava) ma ci ha unito ancora di più perché si è instaurato un dialogo tra tutte le componenti del tifo».

Fermo restando l’amore per la Lazio, i tifosi diserteranno il match con il Parma, invitando anche gli altri a fare altrettanto: «Invitiamo a lasciare la Curva Nord vuota, a non occupare posti che non vi appartengono». Ma tutto questo perchè? «Vi spieghiamo cosa ci ha portato a questa sofferta, soffertissima decisione: noi amiamo la Lazio, la poniamo al centro della nostra vita (…) ci siamo gettati alle spalle mille provocazioni arrivate da questa dirigenza. Abbiamo deciso di supportare incondizionatamente una squadra allo sbando, come abbiamo visto la scorsa stagione, anche se l’umore generale era differente. Abbiamo mandato giù l’ennesima promessa di fare una grande Lazio, ascoltata e vista da tutti a Piazza San Silvestro, quando poi i risultati sono quelli che vediamo. Abbiamo sopportato l’assenteismo della società nel tragico periodo di Varsavia e abbiamo dovuto subire addirittura l’ennesima provocazione nei nostri confronti, sentendoci chiamare collettori di collette, quando il nostro unico intento era quello di liberare i nostri fratelli. I fratelli di tutti i tifosi della Lazio. Per questo abbiamo ricevuto elogi da tutti e dalla Lazio stessa indifferenza».

«Subiamo le continue provocazioni di un mister che vorrebbe ricondurre gli scarsi risultati della squadra alla contestazione e non ad un mercato indegno ed una rosa inadeguata. Abbiamo sentito per l’ennesima volta farneticanti dichiarazioni su un Hernanes incedibile, salvo poi venderlo a una diretta concorrente per un posto in Europa. Abbiamo sentito la proprietà della Lazio sminuire il malcontento di 45.000 laziali che hanno manifestato liberamente a Lazio-Sassuolo, 45.000 laziali presi in considerazione dalla stampa e dalle televisioni ma ignorati dalla Lazio stessa. Abbiamo ascoltato in televisione il presidente della Lazio fare riferimenti repressivi simili al 2005 per chi contesta. Non abbiamo avuto neanche la possibilità di fare domande lecite all’interno dello stadio, con gli striscioni che non sono stati fatti entrare, stranamente solo in questa occasione. Noi abbiamo una storia e una dignità che ci portano a dire basta. Noi non tolleriamo più la presenza di questo personaggio. Noi non tolleriamo più di dividere lo stadio con chi, con arroganza e prepotenza inaudita, sta sgretolando non solo la Lazio ma la lazialità. Noi, da Lazio-Parma, non entreremo. Non abbandoniamo la Lazio ma, anzi, cerchiamo così facendo di mantenere alta l’attenzione e di dare un’ulteriore scossa».

DA CONTESTAZIONE A RIVOLTA – I tifosi sono quindi passati da una contestazione a «una rivolta popolare che vede coinvolti ultras, semplici tifosi e chi ha a cuore le sorti e il futuro della S.S. Lazio. Questo è per quanto riguarda l’ambito dello stadio, perché la nostra protesta si estende al di fuori da adesso in poi. Per questo ci organizzeremo per manifestare in piazza. Intanto vi informiamo che noi, come gruppo, porteremo avanti queste altre forme di protesta e vi invitiamo a prenderle in considerazione perché le riteniamo giuste». Poi le azioni: «Noi come gruppo non ci abboneremo fino alla fine della campagna acquisti, quando vaglieremo tutti insieme se le promesse saranno rispettate o disattese come sempre. Non acquisteremo materiale e prodotti ufficiali. Ognuno di noi che ha sottoscritto un abbonamento con Sky o Mediaset invierà alla rispettiva piattaforma una promessa di disdetta, riconducibile solo ed esclusivamente alla gestione della Lazio. La riteniamo una forma civile e legale per far sentire la nostra voce.(…) Uniti si può. Uniti si deve. Uniti riprendiamoci la nostra Lazio».

LEGA SERIE A – La Lega Nazionale Professionisti Serie A prende posizione in merito alla «gravissima violazione dei diritti delle società sportive ad essa associate, che viene attuata da alcune tifoserie le quali, accampando imprecisati diritti di proprietà “morale”, pongono in essere azioni tese a danneggiare i club, le squadre e i calciatori». La Lega quindi diffonde un comunicato e chiede reciproco rispetto perchè «alcune società sono sottoposte ad una vera e propria aggressione, che incide sulla serenità dell’ambiente e sulla capacità di generare risorse da reinvestire negli stessi club: e questo avviene, ad esempio, con azioni di boicottaggio delle presenze negli stadi o con l’esibizione di cori e striscioni al solo fine di provocare sanzioni a danno delle società sportive».

Un danno al calcio intero e non solo al singolo club con cori e insulti che finiscono per avere nei media una cassa di risonanza, e la Lega «richiama tutte le componenti del mondo del calcio a operare nel rispetto di civile convivenza, e si impegna ad intervenire attivamente nella difesa del prestigio del calcio nazionale, dei suoi club, dei suoi dirigenti e della parte sana della tifoseria». Il calcio quindi come fonte di spettacolo, di sport e di competizione e basta, con la Lega «pronta a intervenire in tutte le occasioni in cui dovessero essere reiterati episodi o comportamenti come quelli accaduti in queste settimane in alcuni stadi».

 (Foto Tedeschi)

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