Ss Lazio, curve come zona franca. Lotito è per la tolleranza zero

Il prefetto Pecoraro vede un presidente biancoceleste coraggioso «che da mesi combatte solitario la sua battaglia contro il ricatto della Curva Nord»

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Ss Lazio, Lotito parla di tolleranza zero dopo i fatti di Coppa Italia all'Olimpico nei confronti degli ultra (tedeschi)

Si sa il suo rapporto con i tifosi proprio in questo periodo non è idilliaco, ma il presidente della Ss Lazio Claudio Lotito non è uno che si fa intimorire da minacce di nessun tipo, lui è uno che parla e dice le cose come stanno. Dichiarazioni che rimbalzano da Repubblica al Corriere della Sera, da Sport Mediaset ad alcuni emittenti radiofoniche, il tutto dopo quanto accaduto in Coppa Italia sabato proprio nei pressi e dentro lo stadio Olimpico.

LA DIFESA – Chi prende le difese di Lotito è il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro che a La Repubblica dice che «i tifosi e anche alcuni presidenti di società calcistiche finiscono per attribuire un ruolo a questi signori. Il presidente della Lazio Lotito, da mesi, combatte solitario la sua battaglia contro il ricatto ultra della Curva Nord. Qualcuno lo ha forse additato come esempio di coraggio? Non mi pare. Al contrario, ho visto società lamentarsi per i vincoli imposti dalla tessera del tifoso. Anche la stampa mi sembra assai ondivaga. Insomma, dobbiamo tutti decidere se allo stadio siamo cittadini che tifano o tifosi obnubilati».

L’INTERVISTA – Lotito viene chiamato dalla stampa per un suo parere e a Radio 24 spiega che lui non avrebbe mai «consentito ad un mio giocatore di andare a trattare con un tifoso». E su Repubblica.it il presidente della Lazio va a ruota libera: «Nelle curve si è creata una zona franca, si deve sapere che c’è spaccio di droga, merchandising falso e prostituzione. Per estirparle occorrono processi per direttissima e tolleranza zero». E ancora: «Chiunque abbia un ruolo deve contribuire al miglioramento del Paese, anziché mettere la testa sotto la sabbia. Al mio fianco ho le autorità, tutti gli altri scoprono l’acqua calda, parlando di calcio e ricatti: io con le minacce e le intimidazioni convivo da sempre».

IL TIFOSO IN CURVA – Lotito paragona quanto avvenuto in Coppa Italia a una scena da «Colosseo» con il tifoso che decide «se lo spettacolo deve andare avanti», e tutti gli altri «in attesa del pollice dell’imperatore». Il presidente della Lazio propone prevenzione e repressione, tolleranza zero e parla di un’educazione dei giovani che deve partire dalla scuola, dalla famiglia e non dalla logica del branco. Per Lotito il daspo non basta: «Serve altro. Inasprire le pene e renderle certe. Basta con l’impunità per i reati dei “tifosi”: traffico di stupefacenti, merchandising falso, intimidazioni. Poi, processi per direttissima e celle di sicurezza negli stadi».

LO SPORT È AGGREGAZIONE – «Io non sono contrario all’aggregazione in sé – continua Lotito -, ma una cosa però è il sostegno a una squadra, un’altra è il condizionamento». Insomma Lotito salva una parte delle tifoserie, composta da persone normali e non da deliquenti, ma predica il ripristino della legalità e dei valori dello sport.

(Foto Tedeschi)

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