SS Lazio, tutti contro Lotito. Ma in Lega Pro vince lui

Marotta e Iodice lo attaccano. E per l'Osservatore Romano è spaccone e arrogante

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Alla fine l’ha spuntata Lotito. Con 33 voti è stato eletto infatti consigliere federale in quota Lega Pro Claudio Arpaia del Vigor Lamezia, candidato del patron di Lazio e Salernitana e del presidente di Lega Mario Macalli. E a nulla è servito l’ “Aventino” di 29 club su 60 che, per protesta contro quell’elezione, hanno lasciato i lavori.

LA TELEFONATA DI LOTITO – Non saranno stati contenti il direttore generale della Juventus, Beppe Marotta, il dg dell’Ischia Isolaverde Pino Iodice e nemmeno l’Osservatore Romano. Il primo aveva infatti attaccato duramente Lotito dopo la registrazione di una sua telefonata passata da Iodice a Repubblica. In quella conversazione il patron della Lazio, dirigente del comitato di presidenza della Figc e sponsor del presidente della FIGC Carlo Tavecchio, aveva provato a convincere Iodice a sostenere Macalli, per poter poi attuare il suo “programma”. «Ho un programma, in sei mesi incrementerò i ricavi, porterò uno sponsor al campionato e i soldi dello streaming. Ho parlato con quello che ha portato 1,2 miliardi alla Lega di A e 14 milioni in più di Rcs alla Figc. Ti faccio un discorso: secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta? Sai cosa decide? Zero. E allora: il presidente fra un anno e mezzo va a casa da solo, l’accompagno io, e rappresenta zero. Viene fatta una commissione strategica, tre presidenti, uno del Nord, uno del Centro, uno del Sud, e ogni 20 giorni vedono l’attuazione del programma». E ancora: «Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi… una può sali’… se mi porti squadre che non valgono un cazzo noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando a vado a vendere i diritti televisivi – che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno – fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone chi cazzo li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi… E questi non se lo pongono il problema!». Pel presidente della Lazio, quindi, non sarebbe un bene per il calcio se squadre piccole e con pochi tifosi come Frosinone e Carpi, primo in classifica in B, venissero promosse in serie A perché ciò avrebbe una ricaduta negativa sulla vendita dei diritti televisivi.

LE DICHIARAZIONI DI MAROTTA – Per Marotta «dire che Beretta non conta nulla, che Abodi è un cretino. Sono esternazioni molto gravi per un consigliere federale. La riforma va fatta, ma noi non condividiamo il modus operandi, non siamo contenti e fautori delle persone che la stanno portando avanti». «Noi riteniamo inadeguati i vertici societari – ha aggiunto –. Penso a Tavecchio, ma penso che, come detto a settembre, accentrare troppo i poteri nelle mani di una sola persona, Lotito nello specifico, sia pericoloso. È uno scenario inquietante».

L’ATTACCO DELL’OSSERVATORE ROMANO – Questa telefonata non è piaciuta anche all’Osservatore Romano, il quotidiano di Città del Vaticano. «Il calcio è davvero bello – ha scritto –. Oltre a stupire i tifosi, riesce a smentire anche i suoi dirigenti. È accaduto domenica nel campionato italiano, i cui risultati sono stati la risposta più eloquente alle parole di Claudio Lotito». «Ebbene, domenica proprio due ‘piccole’, Cesena e Parma, penultima e ultima in classifica – sottolinea il quotidiano della Santa Sede -, hanno conquistato clamorosi pareggi contro Juventus e Roma, le due squadre che guidano il campionato. Il verdetto del campo – l’unico valido, al netto di scandali purtroppo sempre in agguato, per sancire promozioni e retrocessioni, con buona pace di tutti – ha dunque fatto piazza pulita di un’uscita inopportuna per un consigliere federale, che tuttavia la dice lunga sulla situazione del calcio italiano e su chi lo guida». «Altrove, forse, queste affermazioni avrebbero avuto conseguenze – lamenta il giornale vaticano -. Ma del resto come meravigliarsi se in Italia la presidenza della federazione è affidata a chi prima della sua elezione si era avventurato in dichiarazioni poco commendevoli, doverosamente sanzionate a livello internazionale? E, ancora, perchè sorprendersi se la principale preoccupazione dei dirigenti del calcio è quella dei soldi quando ormai si è consegnato incondizionatamente questo sport nelle mani delle tv e di quanti ne gestiscono i diritti?». «E tuttavia – conclude l’Osservatore Romano – se nelle parole in libertà s’intravvedono arroganza e un po’ di spacconaggine, da molte stupite reazioni trapela non poca imbarazzante ipocrisia. Meno male che la palla è rotonda».

 

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