«Quello che mi porterò dietro è l’affetto della gente laziale che mi ha sempre accompagnato in questi nove anni. L’amore della piazza supera anche i gol al derby e la vittoria in finale di Coppa Italia». Inizia così la conferenza d’addio di Cristian Ledesma che dopo nove anni lascia la Lazio.
PILASTRO – Il regista è stato uno dei pilastri del club capitolino del XXI secolo, ma nell’ultima stagione era finito ai margini del progetto collezionando poche presenze. Nonostante questo il numero 24 è stato decisivo nel finale di stagione con gli assist contro Sampdoria e Napoli.
LA SCELTA – Ledesma, però, è abituato a giocare tutte le partite, a sentirsi importante e ha scelto di cambiare aria come ammette lui stesso: «Il 29 di questo mese mi sono sentito con il presidente, mi ha chiamato, siamo riusciti a vederci oggi alle 14.30 per gli impegni suoi e miei. Ci siamo parlati, lui mi ha raccontato quello che è il pensiero della società fondato sul ringiovanire la rosa e abbassare il monte ingaggi. Mi ha chiesto cosa volessi fare, sono stato sincero come sempre. Intanto l’ho ringraziato perché comunque ho avuto sempre un rapporto diretto con lui, non conta il giorno, l’importante era parlarsi. Io un altro anno così non ce l’avrei fatta, non contano le cifre, voglio giocare, mi manca il campo. Lui mi ha capito, mi ha parlato della sua stima per me. Gli ho detto che l’ultimo anno per me è stato durissimo, non ce la posso fare così. Non c’era considerazione tecnica. Non è una critica, è la vita. C’è chi vede il calcio in un altro modo. Quello che è successo a me, è successo ad altri giocatori in questi nove anni. Tare? Non abbiamo mai avuto un rapporto né da giocatore, né da dirigente. Lotito mi ha detto che per me le porte della Lazio saranno sempre aperte. Magari un domani».
FUTURO – Il futuro di Ledesma è ancora tutto da scrivere: «Ho 32 anni e ho ancora voglia di mettermi in gioco. Ho qualche possibilità all’estero perché in Italia la vedo difficile dopo aver passato nove anni qui». Al giocatore è stata consegnata anche la maglia da parte degli esponenti della Curva Nord: «Tu sei l’esempio di chi non nasce laziale, ma lo diventa». Ledesma, in chiusura, ha lanciato anche un messaggio d’amore alla gente laziale: «Si riconosce da come parla e si differenzia dal romanista già da come parla. Inizialmente è diffidente, ma poi ti protegge e ti fa volare. La gente laziale sa soffrire e quando si vince, il successo ha un altro sapore». Ciao Cristian, sperando che questo sia solo un arrivederci…
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