Il peso del Progressive Rock è stato importantissimo nel corso della storia musicale: mentre in Inghilterra, a partire dagli anni ’60-‘70, Pink Floyd, Genesis, King Crimson e Yes (su tutti) rivoluzionavano la scena artistica, accompagnando le rivolte popolari dei giovani di gran parte del mondo, Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme rappresentavano la “risposta” italiana alle tendenze britanniche, la proposta di un rock psichedelico, ipnotico ed ammaliante fatto di brani lunghi e prolissi, tematiche fanta-mitologiche e copertine di album contorte ma affascinanti. Avrebbero fatto parte di questo gruppo, fossero nati una trentina di anni fa, anche i Senza Nome, band di Marino attiva dal 2002 attualmente composta da Stefano Onorati, Emanuele De Marzi, Aurora Di Rocco, Piero Portelli e Mirko Mazza; c’è tutto il panorama prog italiano nelle loro note, tra le dolci melodie di tastiere e pianoforti, il passaggio improvviso da tempi ritmici pari ad altrettanti dispari e la schizofrenia (neanche troppa…) di alcune parti, lasciando intravedere anche spunti che rimandano a, appunto, Yes, Van Der Graaf Generator, i Dream Theater più leggeri e Franco Battiato, nei testi. “Suono con Stefano da quando eravamo ragazzini – ricorda il cantante e chitarrista Emanuele – mentre i nostri amici uscivano per le vie di Roma io e lui ci ritrovavamo per suonare quasi ogni Sabato pomeriggio. Le nostre influenze sono vastissime, ricordo una frase per noi importante di Vittorio Nocenzi, tastierista del Banco Del Mutuo Soccorso: ‘esiste solo musica buona e cattiva’. Per quel che riguarda il nostro futuro, posso dire che le ambizioni competono ad imprenditori e uomini di potere, noi nel nostro piccolo ci limitiamo ad esprimerci con la musica e l’arte“.
I Senza Nome vantano le candidature a due nominations per i “Prog Awards” del 2008 per “Miglior Album di Debutto” e “Miglior Artwork” del loro primo lavoro in studio, in vendita in digitale su iTunes. “Stiamo preparando un nuovo album ma con molta calma – continua De Marzi – i testi dei nuovi brani saranno delle prose che narrano storie, nelle quali ognuno di noi potrò rispecchiarsi”. Da ascoltare immersi nella natura, alla luce de sole, con null’altro intorno.
Marco Reda
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